lunedì 21 febbraio 2011

Compensi stellari per i dirigenti, bufera su Amnesty International

di Marco Santopadre
Fonte Radio Città Aperta



Mezzo milione di sterline, poco meno di 600mila euro: a tanto ammonta la buonuscita che é stata pagata dall’organizzazione Amnesty International all'ex segretaria generale Irene Khan alla vigilia delle sue dimissioni dal suo incarico nel dicembre del 2009, dopo neanche 8 anni di lavoro. 
Quel che è più grave, oltre all’astronomico ammontare della cifra, è che la somma faceva parte di un accordo segreto i cui particolari non sono stati resi noti. La notizia é trapelata nei giorni scorsi ma finora Amnesty ha preferito non rispondere alle domande dei giornalisti e alle critiche di numerosi attivisti e finanziatori dell’organizzazione, stupiti o indignati da una pratica che ha più a che fare con una multinazionale che con una associazione per la difesa dei diritti umani.
Il presidente del comitato esecutivo dell’ong Peter Pack si è solo limitato a dire che, in base all'accordo confidenziale tenuto segreto, "non ci saranno ulteriori commenti da parte di nessuno" (!). 
Un analogo trattamento di favore è stato riservato anche alla sua vice, Kate Gilmore - uscita di scena nello stesso periodo della Khan - che secondo le indiscrezioni ha beneficiato di una buonuscita di 300mila sterline (oltre 350mila euro). Durante il suo mandato a capo dell'organizzazione internazionale, la Khan – paradossalmente la prima musulmana a ricoprire l'incarico - ha ricevuto pesanti critiche per l'atteggiamento giudicato poco incisivo rispetto alle violazioni dei diritti umani compiute in Iraq dalle truppe di occupazione straniere. 
In particolare, in molti le hanno rimproverato di aver tenuto un profilo troppo basso nel caso dello scandalo delle torture nella prigione irachena di Abu Ghraib. La donna, originaria del Bangladesh e fervida sostenitrice di progetti per combattere la povertà, poteva del resto contare su un lauto stipendio: circa 133.000 sterline all’anno.

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