mercoledì 16 marzo 2011

La Denuncia: false associazioni animaliste travestite per fare impresa

di Michele Visone
Fonte: Futuro e Libertà Salerno



Assocanili, nasce dall’esigenza di tutelare gli interessi del settore rispetto a luoghi comuni che generalizzando, non trovano riscontro in chi è impegnato seriamente e professionalmente nella gestione di strutture che ospitano i cani. Gli scopi e le finalità sono riscontrabili nello statuto e regolamento da cui si evince la volontà di rappresentare strutture che devono e non possono che avere una serie di requisiti che vanno al di là del protocollo autorizzativo. C’è un problema culturale, nell’interpretazione del canile, la cui esistenza e futuro deve avere ed ha un senso sociale rispetto ad un utilità ed interesse pubblico. I lager, sicuramente presenti in Italia, creano danni soprattutto a chi nel settore opera ed  ha obbiettivi finalizzarti alla trasparenza, professionalità ed al benessere degli animali. I nostri obbiettivi tengono conto del fatto che la società è cambiata e quindi un canile va concepito e finalizzato ad interpretare le tendenze della stessa. Il nostro impegno per la risoluzione del problema è finalizzato a creare le condizioni per  raggiungere l’obbiettivo della valorizzazione del cane, combattendo seriamente le strutture lager ( molte, troppe con le bandiere dell’associazionismo travestito o di imprenditori improvvisati amanti degli animali) e trasformare lo status del canile in un centro di valorizzazione della relazione uomo animale, definendo i servizi che deve predisporre, le professionalità di cui ha bisogno di che tipo di interfaccia debba avere con la comunità che va a servire, ammettendo che la presenza del canile sarebbe auspicabile così come per qualunque altro centro sociale. Favorire l’integrazione del cane facendo si che al canile spetta un compito importante nel dare servizi di preparazione alla pet- ownership, sia agendo sulla formazione dei cani, sia sulla formazione obbligatoria del personale, sia dando servizi di promozione e sostegno adottivo. Pertanto, il canile deve rappresentare un occasione con possibilità di diventare un centro servizi ed una valida opportunità per chi opera o si affaccia nell’ambito della relazione uomo-animale . L’esistenza di un canile o è in grado di dare un servizio di utilità sociale o la sua esistenza è inutile quanto addirittura dannosa.  I fatti dimostrano che c’è stata un evoluzione nel rapporto uomo-animale e sia superata la politica finalizzata alla sola tutela tanto che è chiaramente palese che le risorse per la risoluzione del problema vanno concentrate su una politica di valorizzazione ed integrazione sociale del cane. Bisogna trasformare il canile dalla visione dei cittadini da realtà oggettiva a risposta ad un problema oggettivo. Molti esperti ed autori hanno scritto in merito ( Marchesini, Masson ecc.) indicando la strada ed il senso, rispettivamente nella realizzazione e gestione di strutture- canile. Riteniamo il nostro ruolo, necessario alla collaborazione con Enti ed Istituzioni locali, Regionali e Nazionali ritenendo di poter avere proposte ed  un ruolo determinante, (unitamente alle Associazioni,  quelle vere) dal quale non si può prescindere nelle decisioni, legislative, normative e quant’altro, che investono il settore.  Infine e per concludere, crediamo ci sia una differenza e vada distinto,  chi si è  inventato un   progetto in seguito ad una grande  passione, con chi si inventa passioni finalizzate alla realizzazione di grandi progetti con l’unico scopo di usufruire di  fondi e finanziamenti pubblici. Il mondo dell’Associazionismo, o meglio del volontariato, è una parte tanto determinante quanto indispensabile nel nostro Paese ed doveroso tutelarne e valorizzarne  impegno e attività  .


Detto questo, , bisogna però, distinguere il mondo del volontariato con le Imprese chei nascondono l’attività imprenditoriale dietro la bandiera dell’Associazionismo, questo perché, per le ragioni appresso elencate, crediamo  si stiano confondendo i rispettivi ruoli, nei diritti e nei doveri.


IL PUNTO


Molte associazioni partecipano alle gare di appalto indette da Enti Pubblici, per il servizio di mantenimento dei cani randagi  innescando un meccanismo di sleale concorrenza , tenendo conto che le stesse usufruiscono di contributi pubblici, 5×1000, agevolazioni fiscali ecc,.ecc.


I NUMERI


CONTRIBUTI PUBBLICI DA DATI MINISTERIALI 2007/2008 ( non ci sono altri dati, chiaramente) :


€. 1.400.000,00 ALLE ASSOCIAZIONI
€. 3.640.000,00 AI COMUNI
€. 990.000,00 ALLE COMUNITA MONTANE
€. 670.000,00 AI CONSORZI E UNIONE COMUNI.
E’ DA TENER CONTO CHE L’80% DEI CANILI PUBBLICI ( QUINDI , COMUNI, COMUNITA’ MONTANE, CONSORZI E UNIONE DEI COMUNI) E’ GESTITO DA ASSOCIAZIONI PER CUI  SOLO DI CONTRIBUTI LE ASSOCIAZIONI USUFRUISCONO INTORNO AI 5.000.000,00 DI €. ( DATI MINISTERIALI) DA AGGIUNGERE AI CONTRIBUTI REGIONALI E DEI COMUNI CHE OGNI ANNO VENGONO ELARGITI PER IPOTETICHE CAMPAGNE DI ADOZIONE, SENSIBILIZZAZIONE, MANIFESTAZIONI ECC. ECC. CHE SONO ALTRETTANTE.


CANILI PRESENTI IN ITALIA DA 350 A 400


Cani randagi presenti nelle strutture – oltre 700.000


cani registrati all’anagrafe nazionale cira 6.000.000


cifra di affari per i soli canili  €.500.000.000


IL 70% DELLA CIFRA DI CUI SOPRA E GESTITA solo Dalle associazioni animaliste oltre i contributi di cui sopra, 5 x1000, richieste contributi con petizioni o sottoscrizioni ai cittadini ecc. ecc.


FORZA LAVORO IMPIEGATA CIRCA 1800-2000  ( COMPRESI 350-400  VETERINARI LIBERI PROFESSIONISTI ) UNITA’ DI CUI L’80% IMPIEGATA NELLE STRUTTURE PRIVATE IN QUANTO LE ASSOCIAZIONI NON CONTRIBUISCONO NELL’OCCUPAZIONE AVVALENDOSI DI STRATEGIE COME QUELLE DEI RIMBORSI SPESA ECC. ECC.


DA TENER CONTO CHE PER LE ASSOCIAZIONI LE TASSE SONO UN ACCESSORIO PER CUI I SOLITI BILANCI A PAREGGIO SONO L’ARTE CHE LI CONTRADDISTINGUE.




La Giurisprudenza  non ha avuto un costante orientamento in merito definendo in alcuni casi legittima ed altri illegittima la partecipazione ad una procedura basata sulla comparazione delle offerte con criteri concorrenziali di convenienza tecnica-economica .


Le ditte che partecipano alle gare hanno l’obbligo di possedere una serie di requisiti tecnico-economici ( D.lgs 163/2006) il cui raggiungimento ha comportato una serie di investimenti rilevanti senza  tener conto delle risorse umane impiegate e professionalmente formate, da garantire per l’esecuzione dei servizi in questione. Sotto questo profilo, oltre al fatto che il personale volontario, in quanto non dipendente, non può garantire e non garantisce la presenza e quindi il servizio, lo stesso viene adibito allo svolgimento delle prestazioni senza un costo o quantomeno incidente sulla formulazione dell’offerta.


Quindi  contributi pubblici, 5×1000, detassazioni, esonero IVA (20%), volontariato non dipendente, esonero di capacità tecnico-economiche, presenza nelle commissioni di settore in Enti Pubblici, nazionali, regionali, provinciali e locali che legiferano ed incidono sulle linee guida relative all’attività ecc ecc ecc.. Il punto è: visto quanto sopra è opportuno che anche le società si costituiscono in Associazioni di Volontariato, tenuto conto che tanti vantaggi siano un ottima ragione di convenienza? Quasi quasi ci pensiamo


Inoltre, tenuto conto che le strutture chiuse per maltrattamenti o cattiva gestione degli animali ospitati per il 50% dei casi sono gestite da Associazioni di volontariato ( chiaramente travestite, vista la convenienza) si può e si deve dedurre che oltre alle garanzie non offerte richieste dalla  legge rispetto alla qualità del servizio, il principio che si vuol far passare di maggior garanzia da parte delle associazioni nel servizio di gestione animali,  non trova riscontro nella realtà.


Le società operanti nel settore, hanno impegnato numerose risorse economiche ed umane, per competere sul mercato in modo professionale e trasparente. Riteniamo il mondo del volontariato necessario alla partecipazione per  la tutela e prevenzione del randagismo e legittima l’erogazione a favore di esse di contributi pubblici. Consideriamo illegittimo l’utilizzo di tali fondi a scopo e finalità concorrenziali con il risultato della  perdita di lavoro da parte di personale impiegato nelle società operanti nel settore.


I tentativi da parte di animalisti travestiti, di occupare il mercato sono noti e chiari a tutti. Basta vedere l’ordinanza dell’On. Martini da noi impugnata con successo, la quale aveva l’obbiettivo di ridurre la presenza dei cani nei canili ad un limite di 200 unità non per tirarli fuori dagli stessi ma per far realizzare tante strutture ai suoi amici animalisti travestiti con fondi pubblici anche perché, non a caso, l’ordinanza, chiaramente, prevedeva che nell’affidamento del servizio fossero privilegiate le Associazioni rispetto alle Società. ( l’esecutività dell’ordinanza avrebbe creato la necessità di realizzare  oltre 200 strutture subito). E’ notizia dell’ultima ora, che l’On Martini presenterà un D.lgs. che contiene tutto ciò che aveva previsto nell’ordinanza di cui sopra,  , tutto questo sempre in collaborazione con la sola e solita parte ( i soliti rappresentanti di Associazioni SPA) escludendo dal tavolo la rappresentanza del settore. La strategia è ovvia, far proprio ed intercettare un falso associazionismo per veicolarne finanziamenti e ricavarne voti. Il vero Associazionismo Italiano subisce tale situazione , non ha la forza e gli strumenti per contrastare tale imposizione ed ancora peggio ,il loro lavoro, viene utilizzato come strumento mediatico vendendo  attività mai realmente svolte.


Gli interventi seri per la risoluzione del problema non vogliono essere presi in considerazione perché inciderebbero sugli interessi di chi si nasconde dietro le Associazioni per interessi economici e accesso a fondi pubblici. Noi abbiamo proposte per risolvere il problema “lagher”,  e sono solo ed esclusivamente a garanzia del benessere animale .Non le accetterebbero mai. Nessun rappresentante del settore è presente nelle commissioni relative al settore stesso, caso unico forse nel mondo ed ancora più singolare è che il mondo degli Animalisti travestiti è sempre presente e incide , della serie “E BELLO VINCERE FACILE. In Campania , poi, le nomine nella Commissione Diritti Animali della Regione , malgrado ricorsi puntualmente accolti, si continua a gestire in modo quasi privatistico ,con un attenzione capillare “ chiaramente casuale” nella (non) selezione  di eventuali oppositori alle linee del gruppo “gestionale”.


ASSOCANILI


IL SEGRETARIO NAZIONALE


Michele Visone

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