sabato 28 novembre 2009

Falsi medici e donazioni fantasma Tentata truffa a un padre priore

Fonte: L'eco di Bergamo


Una vecchia e malata zia, un assegno circolare da 8.000 euro, un medico bergamasco e un signore svizzero-italiano con 80.000 euro in tasca, un altro medico, morto da pochi giorni: sono gli ingredienti, tutti rigorosamente fasulli, di un tentato raggiro al priore dei Domenicani di San Bartolomeo, padre Mario Marini. Priore che mercoledì 25 novembre si è trovato, per qualche ora, nel mirino di due truffatori riuscendo però, all’ultimo momento, a fiutare l’inganno e a lasciare a mani vuote i malintenzionati. 


«Tutto è cominciato con una telefonata – racconta padre Marini – nella quale un uomo, qualificatosi poi come medico, mi ha raccontato di essere il nipote di una signora che frequenta la nostra chiesa, un’anziana malata decisa a fare una donazione di 8.000 euro. Ha detto anche di avere già in tasca un assegno circolare da consegnarmi e mi ha chiesto se potevo, però, andare a fare una visita all’anziana zia, per amministrarle l’unzione dei malati. Naturalmente ho detto di sì e ci siamo dati appuntamento verso le 14 davanti alla Clinica Castelli». 


Padre Mario è andato all’appuntamento subito dopo il pranzo e dopo aver avvisato i confratelli. Ci è andato a piedi e, quando è stato sul luogo dell’appuntamento, si è visto avvicinare da un signore che, in un misto di francese e di italiano, chiedeva informazioni. «Mi domandava di un centro medico... non si capiva bene. Comunque – racconta il Priore – mentre parlavamo si è avvicinato l’uomo con il quale avevo appuntamento, che mi ha chiamato per nome ed è intervenuto nel dialogo con lo straniero. "Forse vuole il centro medico per stranieri", ha detto. "Ma adesso è in Città Alta".... E poi ha aggiunto: "Se vuole, visto che dobbiamo andare anche noi in Città Alta, le diamo un passaggio in auto. Che ne dice padre? Le dispiace?", ha poi aggiunto rivolto a me». 


In breve i due uomini e padre Mario sono saliti sull’auto del sedicente medico. Ma dopo poco, parlando ancora con lo straniero, emerge che questi non cercava il centro medico, ma un medico, un certo Martinelli. «L’uomo a quel punto – continua il racconto del Priore – ha fermato l’auto e si è offerto di tornare indietro, nel suo studio, per verificare chi e dove fosse questo dottor Martinelli. Siamo tornati in via Mazzini e qui il sedicente medico è sceso, per andare, a suo dire, nello studio a controllare. Dopo poco è tornato con una "brutta notizia": Martinelli era morto da pochi giorni. Nel frattempo, lo straniero mi aveva spiegato di essere italo-svizzero e che Martinelli aveva curato il suo papà ultraottantenne. Per questo, fidandosi di lui, voleva fargli una donazione di 80 mila euro, perché avrebbe saputo a sua volta donare a chi ne aveva bisogno». 


La morte del dottor Martinelli cambia lo scenario: come fare a far la donazione? A chi rivolgersi? Chi può dare garanzie della buona destinazione dei soldi? E qui i due truffatori cercano di stringere il cerchio: può – chiedono – il padre Marini fare da garante dell’operazione? «Posso fare una ricevuta», dice il Priore. «Possiamo chiedere a un notaio», dicono i due uomini. E il sedicente medico telefona subito – così dice – al «notaio della Curia» che, al telefono, solleva una serie di obiezioni. 


«Quando mi parla di problemi anche per una possibile tassazione del 36% alla donazione, comincio a insospettirmi sul serio», racconta ancora padre Mario, che nel frattempo aveva cercato anche di chiamare un amico notaio. «Capisco che qualcosa non va – continua – ma faccio finta di niente, anche perché mi trovavo solo, in auto con due uomini che potevano avere chissà quali intenzioni. Reggo la situazione e quando mi prospettano di andare dal notaio con una somma, magari 40 mila euro, prelevata in banca per mostrare di non aver bisogno di soldi e di poter quindi ricevere la donazione per dare ai poveri, il gioco mi è chiaro».

venerdì 13 novembre 2009

Falsa ong truffava a Trino

Due nigeriani raccoglievano denaro per progetti inesistenti.


Fonte Videopiemonte.it


Si erano inventati un'organizzazione non governativa ong fasulla per raccogliere denaro. Ad agire in questo modo due nigeriani, residenti a Torino, che dicevano che la loro ong Ventures era una diretta emanazione della Children of fire, che invece esiste realmente. In questo modo i due raccoglievano denaro che poi intascavano. Gli accertamenti sono partiti su segnalazioni di una giornalista di Roma che chiedeva notizie sula sedicente onlus Ventures, per scoprire che non risultava da nessuna parte. A questa segnalazione si è poi aggiunta quella della presidente Bronwyn Jones della 'Children offire'. I due sono stati denunciati a piede libero e all'uomo, immigrato irregolare, è stato consegnato il decreto d'espulsione mentre la donna, in Italia per motivi umanitari, è stata invitata a presentarsi all'Ufficio Stranieri della questura di Torino (m.b.)

Udine, Girano sms truffa sulla pelle dei bambini


Fonte: Messaggero Veneto

Falso appello alla donazione di sangue per una piccola gravemente malata. Numero falso
I messaggini e le mail sono arrivate anche nel vicino Veneto, dove si minacciano querele Intanto sono 6 mila, nel Friuli occidentale, i donatori attivi. Ogni anno 500 nuovi iscritti
«Devi donare sangue per salvare la vita a una bambina di tre anni malata di leucemia fulminante». Il messaggio sms, anonimo, agghiacciante, da settimane sta tempestando molti telefonini. Anche all’Avis di Pordenone, così come in quelle del vicino Veneto, sono subito fioccate le chiamate di persone che si vogliono mettere a disposizione. Non servirà, però: l’sms non è altro che una bufala di pessimo gusto.
Non è la prima volta che l’Avis viene più o meno direttamente coinvolta da messaggi sms inventati. Ma questa volta è stato davvero toccato il fondo. Nel messaggio è stato riportato un numero di telefono risultato, poi, inesistente. E così la gente si è rivolta all’Avis e agli organi d’informazione e sono già spuntati i primi volontari disponibili a un’operazione solidarietà per una necessità fortunatamente inesistente.
In merito, il presidente provinciale dell’Avis di Pordenone Francesco Donno ha ribadito che «l’Avis non usa e non ha mai usato questi mezzi per le donazioni. Non è assolutamente così che funziona la rete sangue in Italia, ma su un preciso e coordinato sistema di compensazione e sostegno reciproco tra le varie regioni». A Treviso si è andati anche oltre, visto che il presidente della locale Avis, Gino Foffano, ha detto: «Se gli sms in questione continueranno a essere spediti anche nei prossimi giorni, sporgerò personalmente denuncia contro ignoti».
Il Pordenonese, dal punto di vista delle donazioni di sangue, è per ora autosufficiente. Sono circa 6 mila i donatori attivi sul territorio del Friuli occidentale e l’Avis provinciale - che registra circa 500 nuovi volontari l’anno - non ha bisogno di cercare volontari tramite sms, anche grazie all’altruismo dei donatori pordenonesi. Il sistema trasfusionale italiano è basato sulla donazione volontaria, altruistica e non remunerata, ma soprattutto governata da meccanismi di controllo regionale da una legge dello Stato. Anche il sangue raro viene mappato: grazie alla rete dell’Avis, è possibile garantire ai bisognosi anche sangue particolare, raro.
L’uso degli sms al massimo può riguardare il contatto personale e protetto da privacy che l’associazione di volontariato può effettuare per chiamare il volontario che ha firmato la liberatoria, in caso di richiesta urgente di donazione. Mentre in questo caso gli sms sono arrivati a caso, a chiunque, creando allarme e apprensione.
Quella che, invece, è una vera necessità è l’esigenza di far fronte comune contro la pandemia dell’influenza. All’orizzonte, infatti, potrebbe verificarsi, proprio a causa di questo nuovo virus (ne parliamo nell’articolo a fianco) il rischio di un calo del sangue messo a disposizione dai volontari. «Noi dell’Avis siamo sicuri che i donatori non si tireranno indietro nemmeno questa volta – ha detto in proposito Donno –. L’impegno che ogni volontario del sangue già rivolge alla donazione periodica del proprio sangue ora va diretto alla vaccinazione, in modo che nel periodo di massima diffusione della influenza A non venga meno la disponibilità di sangue ed emocomponenti a favore dei malati che da quella disponibilità dipendono quotidianamente per cure ed interventi medicali. Siamo anche convinti che questo periodo di rischio sangue possa smuovere gli animi di chi non è ancora donatore, ma senta il dovere civile di impegnarsi e fare il passo molto breve che lo porti a donare il proprio sangue».