venerdì 21 ottobre 2011

Il miglior business è la beneficenza. Intervista a Bill Gates.

di Marcello Tansini
Fonte: businessonline

Quale è il miglior lavoro al mondo? Su quale business conviene investire davvero? La beneficienza.


Guro, imprenditore, informatico per eccellenza, fondatore ed ex-presidente della Microsoft. E il secondo uomo più ricco del mondo secondo la rivista Forbes. Il suo ultimo patrimonio stimato (2010) è di 53 miliardi di dollari. E sarebbe ancora nella lista dei più ricchi di tutti i tempi se non avesse il ‘vizio’ della beneficenza. 


Stiamo ovviamente parlando di Bill Gates, diventato ormai celebre per non aver lasciato tutta la sua eredità ai figli, ma averla distribuita soprattutto a favore di fondazioni e associazioni di beneficenza, lasciando loro 'l’indispensabile' per vivere.

Bill Gates dopo aver ultimamente donato 28 miliardi di dollari alla Bill & Melinda Gates Foundation, che sostiene cause umanitarie nel campo della salute, dello sviluppo e dell'istruzione, è rimasto 'solo' con gli ultimi 54 miliardi di dollari. 

Chi lo incontra non ha nessun dubbio: è un uomo che manca decisamente di ostentazione, il suo gioco preferito è il bridge e vive in una villa hi-tech, che si dice valga 125 milioni di dollari, completa di biblioteca con una citazione da Il grande Gatsby sul soffitto. 

Gates confessa: “Quando decisi di lanciarmi e creare Microsoft, non fu perché era una carriera lucrativa. Io e Paul Allen eravamo solo entusiasti del personal computer ed eravamo stupiti che nessuno ci stesse lavorando. Ci mettemmo al lavoro sui problemi più interessanti e assumemmo delle persone fantastiche. Abbiamo avuto il vantaggio di essere i primi”.

giovedì 20 ottobre 2011

Arrestato Alfredo Balestrini, presidente della Croce Ambrosiana

Fonte blitzquotidiano

Secondo l’accusa la Onlus beneficiava indebitamente di sussidi da parte di varie amministrazioni pubbliche per decine di migliaia di euro


MILANO, 18 OTT – E' finito in carcere con le accuse di truffa aggravata, peculato e falso Alfredo Balestrini, presidente della Croce Ambrosiana, associazione di volontariato che si occupa a Milano di servizi di ambulanza. 
L'inchiesta condotta dal nucleo di polizia tributaria della Gdf di Milano e coordinata dai pm Luca Poniz e Letizia Mannella ha accertato irregolarita' nella gstione dell'attivita' dell'associazione. In particolare, stando alle indagini, la Croce Ambrosiana, che figurava come ente non profit, beneficiava in maniera indebita di sussidi da parte di varie amministrazioni pubbliche per decine di migliaia di euro. In piu', sarebbero state distratte dalla casse dell'associazione ingenti somme di denaro.
L'ordinanza di custodia cautelare nei confronti di Balestrini e' stata firmata dal gip di Milano Laura Marchiondelli. Sono stati sequestrati beni mobili e immobili di proprieta' dell'ente e del suo presidente per una cifra complessiva pari a circa 270.000 euro.
Nell'inchiesta, Croce Ambrosiana e' indagata in qualita' di persona giuridica ai sensi della legge 231 del 2001 sulla responsabilita' amministrativa degli enti. I finanzieri, infine, stanno eseguendo una serie di perquisizioni dirette ad acquisire ulteriori documenti utili alle indagini.
Come si legge sul suo sito, l'Associazione Volontaria Croce Ambrosiana Milano e' attiva dal 1968. Svolge attivita' di soccorso sanitario pubblico di emergenza coordinato dalla Centrale Operativa 118 di Milano, oltre a servizi di assistenza sanitaria presso manifestazioni, fiere ed eventi anche sportivi, trasporto protetto di infermi in tutta Italia ed Europa ed e' responsabile dell'assistenza sanitaria continuativa all'interno del Parco Idroscalo gestito e coordinato dall'Amministrazione Provinciale di Milano.

mercoledì 19 ottobre 2011

Dagli sms solidali per Haiti spariscono 2 milioni

di Lorenzo Dilena

Fonte: linkiesta



Da anni gli “sms solidali” sono uno strumento fondamentale nella raccolta di fondi per le emergenze umanitarie. Complice la familiarità con il telefonino, gli italiani rispondono sempre con generosità agli appelli lanciati dai media per aiutare le popolazioni colpite da catastrofi. Hanno fiducia nelle capacità di intervento delle organizzazioni umanitarie che promuovono iniziative di solidarietà a favore delle popolazioni colpite. E si aspettano che i soldi raccolti, nell’attesa di essere erogati, siano gestiti con prudenza e oculatezza.


E invece è accaduto che 2 milioni di euro destinati ad aiutare la popolazione di Haiti sono spariti, secondo quanto Linkiesta è in grado di rivelare. Inghiottiti in una misteriosa operazione che sembra avere l’aria della truffa finanziaria, e di cui non sono ancora chiare le responsabilità. Due milioni su un totale di 14,7 milioni raccolti un anno fa per Haiti dalla onlus Agire, un network privato di alcune fra le più note organizzazioni umanitarie, sono stati affidati un intermediario di cui non si conosce ancora il nome, e non sono più tornati indietro. 


Quando il 12 gennaio 2010 l’isola dei Caraibi viene colpita da un terremoto che fece strage di oltre 220mila persone, causando un milione e mezzo di sfollati, in Italia partono subito diverse campagne di raccolta fondi. Due di queste corrono via sms. Una è quella della Croce rossa, “Pro Emergenza Haiti”, che chiede di inviare un sms da 2 euro da numero Wind e 3 al 48540. L’altra fa capo ad Agire, un raggruppamento fra 12 importanti organizzazioni non governative (ong) che funziona da meccanismo congiunto di raccolta. Una sorta di macchina permanente per le emergenze, pronta ad attivarsi non appena scoppia una crisi umanitaria internazionale, grazie a una rete di partner strategici fra cui canali radio-televisivi, quotidiani, gruppi bancari e compagnie telefoniche. Alla notizia del terremoto di Haiti, Agire lancia un appello per una donazione di 2 euro «inviando un sms al 48541 da cellulari Tim e Vodafone o chiamando lo stesso numero da rete fissa Telecom Italia».


All’appello aderiscono nove dei 12 soci di Agire: Save the Children, ActionAid, Cesvi, InterSos, Gvc, Terres des Hommes, Coopi, Cisp, Vis. La Tim e Vodafone forniscono l’appoggio tecnico mentre la copertura mediatica arriva dalla Rai, da Mediaset, Corriere della Sera e Gazzetta dello Sport, e trova eco in diverse radio nazionali e locali, associazioni, persino sezioni locali dei partiti. Le nove ong interessate si attivano immediatamente per distribuire beni di prima necessità e allestire rifugi temporanei per oltre 5mila persone. Con la campagna sms vengono raccolti 14,7 milioni di euro, cui vanno aggiunti 6,5 milioni che le ong ricevono direttamente dai sostenitori. Una parte rilevante delle donazioni, 11,5 milioni, viene erogata nel corso del 2010 per interventi nel settore educativo, nella sanità e nel settore agricole.  Per far quadrare i conti, per la verità, bisogna tenere conto dei “costi della macchina organizzativa”: 134mila euro di “oneri gestione appello” e 115mila euro per spese di “valutazione e trasparenza”. I fondi restanti (2.180.000 euro), si legge sul bilancio dello scorso esercizio, «saranno liquidati nel corso del 2011 secondo piani di trasferimento che tengono conto dello stato di implementazione delle attività». E si decide di farli fruttare con qualche investimento temporaneo.


Il consiglio direttivo presieduto da Gianni Da Ponte delibera così di investire una parte rilevante della liquidità in titoli «in linea con il regolamento interno», come spiegano i documenti ufficiali. Del consiglio fanno parte anche Gianni Milesi, Mario Raffaelli e Caterina Torcia. Quest’ultima è attualmente una manager della corporate social responsability di Vodafone Italia, tuttora un partner strategico di Agire. Che cosa prevede, dunque, il regolamento interno?  Che «nella scelta degli strumenti finanziari di investimento, la politica degli investimenti tiene innanzitutto in considerazione la loro compatibilità etica con le finalità di Agire e dei suoi associati» (vedi art.icolo 6.4). E ancora che si abbia da un lato «la massima redditività delle giacenze e, dall’altro, la possibilità di loro immediato smobilizzo per far fronte alle esigenze operative di risposta alle emergenze». I 2 milioni di euro sono così impiegati in obbligazioni, mentre altri 300mila euro sono investiti in azioni garantite al 90 per cento.


A questo spunto comincia il giallo dell’ammanco dei 2 milioni. L’ultimo punto fermo ufficiale è quanto viene detto  nella nota integrativa al bilancio 2010: «Va considerato che i 2 milioni di euro sono stati svincolati al 31 marzo 2011». Interpellati da Linkiesta, fonti ufficiali di Agire non hanno voluto spiegare se è in quel momento che viene riscontrata l’impossibilità di rientrare in possesso dei fondi investiti in obbligazioni. O se invece i 2 milioni sono stati regolarmente smobilizzati e solo dopo affidati all’intermediario che, a oggi, non li ha ancora restituiti.


La difesa di Agire. Al telefono Marco Bertotto, direttore operativo di Agire, riferisce che «immediatamente, nel momento in cui ne siamo venuti a conoscenza, abbiamo messo la cosa nelle mani dei legali». Bertotto sostiene di non poter rivelare il nome dell’intermediario «perché c’è un avvio di procedimento (giudiziario, ndr) su cui abbiamo un obbligo di riservatezza per non compromettere l’esito delle indagini». Agire è forse finita nella truffa del Madoff dei Parioli? «No», assicura Bertotto. Secondo una fonte interna che ha chiesto di mantenere l’anonimato, l’intermediario «è stato suggerito e consigliato da uno degli enti del nostro network». Nei corridoi della sede romana di Agire, in via Aniene, c’è imbarazzo e si parla di “truffa”, di cui Agire e le ong ad essa associate sarebbero vittime. «Tecnicamente non è un ammanco, non c’è insomma una situazione interna agli associati o fra gli associati e Agire», si difende Bertotto.


«Presumiamo con ragionevole certezza di essere stati vittime di una sofisticata frode finanziaria esterna e stiamo agendo per tutelare la nostra reputazione e per garantire la possibilità di recuperare questa somma – aggiunge il manager – Non posso dire altro, i legali ci hanno chiesto di essere rigorosi nella comunicazione esterna fino a ordine da parte della procura». I vertici di Agire assicurano, tuttavia, che saranno rispettati gli obblighi assunti sia verso i donatori sia verso la popolazione di Haiti: «Assorbiremo nel tempo la perdita senza ripercussioni nella realizzazione dei progetti». Se da un lato resta l’incognita sul recupero delle somme investite, dall’altro viene confermato l’impegno a rimborsare le ong associate che ad Haiti hanno realizzato progetti di intervento, molti dei quali sono stati già completati.


Solidarietà o finanza? È la domanda a cui dovrà dare una risposta immediata, prima ancora della magistratura, il comitato etico di Agire, composto da personalità di rilievo nazionale e internazionale. Come il giurista e magistrato Antonio Cassese, già presidente del Tribunale penale per i crimini dell’ex Jugoslavia, l’ex Ragioniere generale dello Stato Andrea Monorchio, il professor Marco Vitale. Proprio quest’ultimo ha confermato a Linkiesta che «il comitato etico è stato informato da poco». È stata convocata una riunione urgente, «ma la data non è ancora decisa». Il racconto dell’economista bresciano è scarno: «Sappiamo che il consiglio direttivo di Agire ha deciso di affidare parte dei fondi in attesa di erogazione a una società di intermediazione finanziaria, segnalata da un socio come affidabile e che invece si è dimostrata non affidabile perché ha  creato un ammanco attraverso una truffa di cui non sappiamo ancora i dettagli».


La  posizione dei garanti etici è molto dura, al di là delle oggettive responsabilità nella presunta truffa o comunque nella sparizione dei fondi. Vitale la sintetizza così: «Il fatto che le giacenze liquide siano andate in un intermediario che sarà anche stato conosciuto da qualcuno, ma che evidentemente non era un operatore di primaria grandezza e reputazione, andrà chiarito. Quando io ho gestito soldi privati per il Kosovo li avevo affidati a una banca solida». L’aspetto paradossale di questa vicenda è che, una banca solida, Agire ce l’ha già in casa come “main partner”. È Banca Prossima, la banca per le imprese sociali del gruppo Intesa Sanpaolo. Ma il consiglio direttivo ha preferito l’intermedario consigliato dagli amici degli amici. Una scelta che riaccende un amaro interrogativo su come vengono gestiti i soldi generosamente donati per le popolazioni vittime di guerre, epidemie e disastri naturali. 


martedì 18 ottobre 2011

"In Italia oltre 370 mila enti non profit". A marzo via al censimento

Fonte: RedattoreSociale


Giovannini (Istat) alle Giornate di Bertinoro. La rilevazione sul mondo non profit partirà appena finito il censimento della popolazione e servirà ad aggiornare i dati ricavati nel 2001, quando le istituzioni non profit censite furono 235 mila. Il presidente dell’Istat: "Partiremo da una lista di circa 435 mila soggetti. Ma come già successo nel 2001, presumibilmente ci sarà un abbattimento di un terzo". In altre parole i soggetti si ridurrebbero a 370-380 mila circa"

venerdì 7 ottobre 2011

ONG: Al servizio dell'imperialismo

di James Petras
Informazioni su 
James Petras su Wikipedia
Tradotto tramite Google traduttore
Anno di pubblicazione: 1999
Fonte: neue-einheit


In tutta la storia delle classi dominanti, che rappresentano piccole minoranze, hanno sempre dipeso dalle istituzioni coercitive apparato statale e sociale di difendere il loro potere, profitti e privilegi.
In passato, in particolare nel Terzo Mondo, classi dirigenti imperiali finanziati e sostenuti all'estero e domestico istituzioni religiose per controllare le persone sfruttate e deviare il loro malcontento in rivalità religiose e comunitarie e dei conflitti.Mentre queste pratiche continuano oggi, nei decenni più recenti, un nuovo social istituzione è emerso che fornisce la stessa funzione di controllo e mistificazione ideologica - l'auto-descritto non governative (ONG).
Oggi ci sono almeno 50.000 ONG nel Terzo Mondo che ricevono più di 10 miliardi di dollari di finanziamento dalla finanziaria internazionale istituzioni, le agenzie governative euro-statunitense-giapponese e dei governi locali.
I manager delle più grandi ONG gestiscono milioni di dollari di budget con stipendi e vantaggi che sono paragonabili a CEO.
Essi getto di internazionale conferenze, conferire con top direttori aziendali e finanziarie e decisioni politiche che riguardano - nella grande maggioranza dei casi negativamente - milioni di persone ...
specialmente i poveri, le donne e settore informale i lavoratori.Le ONG sono importanti attori politici e sociali in tutto il mondo che operano in siti rurali e urbani di Asia, America Latina e in Africa e spesso collegati in ruoli con i loro dipendenti donatori di principio in Europa, Stati Uniti e Giappone.
E 'sintomatico della pervasività delle ONG e delle loro economiche e il potere politico oltre il cosiddetto "mondo progressista" che ci sono stati pochi Sinistra critica sistematica dell'impatto negativo delle ONG.
In un gran parte questo fallimento è dovuto al successo delle ONG è dislocante e distruggere i movimenti organizzati di sinistra e di cooptare i loro intellettuali strateghi e leader dell'organizzazione.Movimento oggi la maggior parte a sinistra e portavoce popolare concentrano le loro critiche su le multinazionali FMI, Banca mondiale,, banche private, ecc, che fissare l'agenda macroeconomica per il saccheggio del Terzo Mondo.
Si tratta di un compito importante.
Tuttavia, l'assalto alla base industriale, l'indipendenza e standard di vita del Terzo Mondo si svolge sia sul macro-economica e la micro-livello socio-politico.
Gli effetti eclatanti di politiche di aggiustamento strutturale sui salari e lavoratori dipendenti, contadini e piccoli uomini d'affari nazionale genera nationalpopular potenziale malcontento.
Ed è qui che le ONG entrano in scena a mistificare e deviare il malcontento che lontano da attacchi diretti sulla corporate / bancari struttura di potere e dei profitti verso locali di micro-progetti e apolitica "Radici dell'erba" auto-sfruttamento e di "educazione popolare" che evita di classe analisi dell'imperialismo e dello sfruttamento capitalista.Le ONG in tutto il mondo sono diventati l'ultimo veicolo per la mobilità verso l'alto per le classi istruite ambizioso: accademici, giornalisti e professionisti hanno abbandonato in precedenza escursioni nei movimenti scarsamente premiato sinistra per una carriera redditizia la gestione di una ONG, portando con sé capacità organizzative e retorica, nonché un certo populista vocabolario.
Oggi, ci sono migliaia di dirigenti delle ONG che guidano 40.000 $ quattro ruote motrici sport da casa alla moda o suburbana appartamento a loro ben arredati ufficio o complesso di edifici, lasciando la bambini e lavori domestici nelle mani dei servi, i loro cantieri curati da giardinieri.
Essi sono più familiari e passare più tempo sui siti esteri delle loro conferenze internazionali sulla povertà (Washington, Bangkok, Tokyo, Bruxelles, Roma, ecc), poi presso i villaggi fangoso del proprio paese.
Loro sono più abili a scrivere nuove proposte per portare in valuta forte per "Professionisti meritevoli" che rischiare un colpo secco sulla testa dalla polizia attaccando una dimostrazione di insegnanti sottopagati scuola rurale.
I leader delle ONG sono una nuova classe non basata su proprietà o risorse del governo imperiale, ma derivati ??da finanziamenti e la loro capacità di controllo significativo gruppi popolari.
I leader delle ONG può essere concepito come un sorta di neo-compradora gruppo che non produce alcun bene utile, ma funziona per produrre servizi per i paesi donatori - principalmente di trading in povertà interna di vantaggi individuali.Le affermazioni formali utilizzati da registi delle ONG per giustificare la loro posizione - che combattono la povertà, la disuguaglianza, ecc, sono egoisti e specioso.
C'è una relazione diretta tra la crescita delle organizzazioni non governative e il declino della vita standard: la proliferazione di ONG non ha ridotto strutturali disoccupazione, gli spostamenti di massa di contadini, né retribuzione prevista vivibile livelli per l'esercito crescente di lavoratori informali.
Ciò che le ONG hanno fatto, è fornito un sottile strato di professionisti con redditi in valuta forte per sfuggire alle devastazioni del neo-liberista dell'economia che colpisce il loro paese, persone e di salire nella struttura esistente classe sociale.Questa realtà contrasta con l'immagine di sé che hanno di funzionari delle ONG se stessi.
Secondo la loro comunicati stampa e discorsi pubblici, essi rappresentare una terza via tra "statalismo autoritario" e "mercato selvaggio capitalismo ": che si descrivono come l'avanguardia della" società civile " che operano negli interstizi dell '"economia globale".
L'obiettivo comune che la maggior parte risuona alle conferenze delle ONG è "sviluppo alternativo".La frase-mongering di "società civile" è un esercizio di vacuità.
"La società civile" non è un'entità unitaria virtuoso - è fatta di classi probabilmente più profondamente divisi come sempre in questo secolo.
La maggior parte dei più grandi ingiustizie contro i lavoratori sono commessi da banchieri ricchi società civile che spremere pagamenti di interessi esorbitanti sul debito interno; padroni di casa che gettano i contadini della terra e capitalisti industriali che scarico dei lavoratori durante salari da fame nelle fabbriche.
Parlando di "civile società "quelli delle ONG oscurare la profonda divisione in classi, lo sfruttamento di classe e lotta di classe che polarizza contemporanea "società civile".
Mentre analiticamente inutile e offuscando il concetto, "società civile" facilita la collaborazione delle ONG con interessi capitalisti che finanziano le loro istituti e permette loro di orientare i loro progetti e seguaci in rapporti subordinati con gli interessi grande business che dirigono il economie neoliberiste.
Inoltre, non di rado quelli delle ONG ' la retorica della società civile è un escamotage per attaccare completi programmi pubblici e istituzioni statali possano fornire servizi sociali.
Il lato quelli delle ONG con grande business 'retorica "anti-statalista" (uno in nome della "società civile" l'altro in nome del "mercato") per ridistribuire le risorse statali.
Il capitalisti '"anti-statalismo" è usato per aumentare i fondi pubblici per sovvenzionare esportazioni e salvataggi finanziari, quelli delle ONG cercano di acquisire una quota minore attraverso "Subappalti" per fornire servizi inferiori a un minor numero di destinatari.Contrariamente a quelli delle ONG 'immagine di sé che si vedono come erba innovativo I leader radici, sono in realtà i reazionari erba radice che integrare il lavoro del Fondo monetario internazionale, spingendo privatizzazione "dal basso" e smobilitazione movimenti popolari, minando la resistenza.Le ONG onnipresente quindi presentare la sinistra con una sfida seria che richiede un'analisi critica politica delle loro origini, struttura e ideologia.Origine Struttura e ideologia delle ONGLe ONG sembrano avere un ruolo contraddittorio in politica.
Da un lato si criticare dittature e violazioni dei diritti umani.
D'altra parte si competere con i radicali movimenti socio-politici, nel tentativo di canale movimenti popolari in rapporti di collaborazione con dominante neo-liberale élite.
In realtà, questi orientamenti politici non sono così contraddittorie come compaiono.Se guardiamo alla nostra crescita e la proliferazione delle ONG rispetto al trimestre passato di un secolo, troviamo che le ONG emersi in tre serie di circostanze.
Prima di tutti, come un rifugio sicuro per gli intellettuali dissidenti durante le dittature in cui si potrebbe perseguire la questione delle violazioni dei diritti umani e organizzare "Strategie di sopravvivenza" per le vittime dei programmi di austerità duro.
Queste ONG umanitarie tuttavia, sono stati attenti a non denunciare il ruolo degli Stati Uniti e Complicità europea con gli autori locali di violazioni dei diritti umani né hanno domande emergenti "libero mercato" politiche che impoveriti le masse.
Così quelli delle ONG sono stati strategicamente posti come "democratici" che sarebbero disponibili come ricambio politico per classi dirigenti locali e i responsabili delle politiche imperiali, quando i governanti repressivi ha cominciato ad essere seriamente sfidato da movimenti di massa popolare.
Finanziamento delle ONG occidentali come critici era una sorta di assicurazione d'acquisto nel caso in cui i reazionari in carica vacillato.
Questo è stato il caso della "critica" delle ONG che è apparso durante l'Marcos regime nelle Filippine, il regime di Pinochet in Cile, il Parco dittatura in Corea, eccLa vera spinta in ONG funghi tuttavia, si verifica nel tempo della massa crescente movimenti che sfida l'egemonia imperiale.
La crescita del radicale movimenti socio-politici e le lotte fornito un bene redditizio che intellettuali popolare ex-radicale e pseudo potrebbe vendere alle parti interessate, interessati e ben finanziata da fondazioni private e pubbliche strettamente legate con Europei e statunitensi multinazionali e governi.
I finanziatori erano interessati in informazioni - intelligence scienze sociali - come la "propensione alla la violenza nelle aree degli slum urbani "(progetto di una ONG in Cile durante la messa moti del 1983-86), la capacità di quelli delle ONG per razziare comunità popolari e di energia diretta verso l'auto-aiuto invece di progetti sociali trasformazioni e l'introduzione di una retorica collaborazionista di classe confezionato come "discorsi nuova identità" che screditare ed isolare attivisti rivoluzionari.Rivolte popolari allentato i cordoni della borsa delle agenzie all'estero e milioni versato in Indonesia, Thailandia e Perù negli anni Settanta, Nicaragua, Cile, Filippine negli anni '80, El Salvador, Guatemala, Corea negli anni '90.
Quelli delle ONG erano essenzialmente lì per "spegnere gli incendi".
Sotto l'apparenza di progetti di costruttivo hanno sostenuto contro il fare movimenti ideologici così efficacemente utilizzando i fondi stranieri per reclutare i dirigenti locali, mandarli a conferenze all'estero per dare testimonianze, mentre effettivamente incoraggiante gruppi locali di adattarsi alla realtà del neo-liberismo.Come il denaro al di fuori si sono resi disponibili, ONG proliferato, dividendo le comunità feudi in guerra combattendo per ottenere un pezzo di azione.
Ogni "erba attivista radici "spalle al muro un nuovo segmento dei poveri (donne, giovani minoranze, ecc) per creare una nuova ONG e prendere il pellegrinaggio ad Amsterdam, Stoccolma, ecc "mercato" il loro progetto, attività, circoscrizione e finanziare le loro centro - e le loro carriere.La terza circostanza in cui le ONG è stata moltiplicata durante la frequente e approfondimento crisi economiche provocate dal capitalismo del libero mercato.
Intellettuali, docenti universitari e professionisti di posti di lavoro visto scomparire o stipendi declino come i tagli di bilancio prese: un secondo lavoro è diventato in necessità.
ONG è diventato un'agenzia di collocamento e consultantships divenne una rete di sicurezza per intellettuali potenzialmente discendente mobili disposti a beccuccio civile società senza mercato un'alternativa linea di sviluppo e portare avanti la le politiche di collaborazione con i regimi neo-liberali e finanziaria internazionale istituzioni.
Quando milioni di persone stanno perdendo il lavoro e si diffonde la povertà andane importante delle ONG popolazione impegnarsi in prevenzione azione: si concentrano su "strategie di sopravvivenza" non scioperi generali, ma Zuppa di non organizzare manifestazioni di massa contro cucine accaparratori cibo, regimi neo-liberali o l'imperialismo statunitense.Mentre le ONG possono avere avuto inizialmente un vagamente tintura "progressista" durante cosiddetta "transizione democratica", quando il vecchio ordine era fatiscente, e governanti corrotti stavano perdendo il controllo e le lotte popolari stavano avanzando.
Le ONG diventano il veicolo per le transazioni tra vecchi regimi e conservatori politici elettorali.
Le ONG utilizzato le loro radici dell'erba retorica, risorse organizzative e il loro status di umano "democratico" difensori dei diritti per canalizzare il sostegno popolare alle spalle dei politici e dei partiti che limita la transizione verso le riforme, non socio-economico giuridico-politico modifiche.
ONG smobilitato la popolazione e frammentato i movimenti.
In ogni paese che ha sperimentato una "operazione elettorale" negli anni 1980 e '90, dal Cile alle Filippine alla Corea del Sud e oltre, le ONG hanno svolto un ruolo importante nel radunare voti per regimi che continua o addirittura approfondito la situazione socio-economica dello status quo.
In scambio, molti ex-quelli delle ONG finito per agenzie governative in esecuzione o addirittura diventando ministri con i più diffusi titoli suono (i diritti delle donne, dei cittadini partecipazione, il potere popolare, ecc.)Il ruolo politico reazionario delle ONG è stata costruita nelle strutture molto su cui erano (e sono) organizzata.ONG Struttura: ITA internamente, esternamente servileIn realtà le ONG non sono "non governativa" delle organizzazioni.
Che ricevono fondi da parte di governi stranieri, il lavoro come sub-appaltatori privati ??di locali governi e / o sono sovvenzionati dal aziendale fondazioni private finanziate con stretti rapporti di lavoro con lo Stato.
Frequenti sono apertamente collaborare con le agenzie governative a casa o all'estero.
I loro programmi non sono responsabile per le popolazioni locali ma ai donatori stranieri che "revisione" e "supervisionare" le prestazioni delle ONG in base ai loro criteri e interessi.
I funzionari delle ONG sono auto-nominati e uno dei loro compiti principali è la progettazione di proposte che garantirà i finanziamenti.
In molti casi questo richiede che i leader delle ONG scoprire i temi che più interessano i finanziamenti occidentali élite, e le proposte plasmare di conseguenza.
Così nel 1980 i fondi delle ONG sono stati a disposizione per studiare e fornire proposte politiche sulla "governabilità" e "Transizione democratica" che riflette le preoccupazioni delle potenze imperialiste che la caduta delle dittature, non porterebbe a "ingovernabilità" - vale a dire movimenti di massa approfondire la lotta e trasformare il sistema sociale.
Le ONG, nonostante il loro democratico, retorica di base sono gerarchiche - con il direttore il controllo totale dei progetti, assunzioni e licenziamenti, oltre come decidere chi viene pagato il loro modo di conferenze internazionali.
Il "Base" sono essenzialmente gli oggetti di questo gerarca, raramente lo fanno vedere i soldi che "loro" pale ONG, né arrivare a viaggiare all'estero; né disegnare gli stipendi o vantaggi di loro "base" leader.
Di più nessuna di queste importanti decisioni sono mai votato.
Nella migliore delle ipotesi, dopo le offerte sono stati cucinati dal direttore e il oltreoceano finanziatori, il personale delle ONG sarà convocare una riunione di "attivisti di base" dei poveri per l'approvazione del progetto.
In molti casi le ONG non sono nemmeno organizzazioni associative, ma un sedicente élite che, con la pretesa di essere "persone risorsa" per i movimenti popolari, infatti, compete con loro e mina.
In questo ONG senso minaccia per la democrazia prendendo programmi sociali e il dibattito pubblico dalle mani della popolazione locale ed i loro leader eletti naturale e creare una dipendenza dal nonelected, i funzionari stranieri e le loro unto funzionari locali.ONG promuovere un nuovo tipo di colonialismo culturale ed economico - sotto la apparenza di un nuovo internazionalismo.
Centinaia di persone siedono di fronte a elevata PC basati scambio manifesti, proposte e inviti a conferenze internazionali con l'altro.
Poi si incontrano in ben arredate sale conferenze per discutere gli ultimi lotte e le offerte con i loro "Base sociale" - il personale-che hanno pagato poi passare alle proposte per la "Masse" attraverso volantini e "bollettini".
Quando all'estero finanziatori compaiono, essi sono prese in "tour esposizione" per presentare progetti in cui i poveri sono aiutare se stessi e di parlare con il successo di micro-imprenditori (omettendo la maggioranza che non superano il primo anno).Il modo in cui lavora nuovo colonialismo non è difficile da decifrare.
Progetti sono progettati sulla base di orientamenti e le priorità dei centri imperiali e le loro istituzioni.
Essi vengono poi "venduti" alle comunità.
Le valutazioni sono fatte da e per le istituzioni imperiali.
Storni di fondi priorità o cattivo risultato valutazioni nei scarico di gruppi, comunità, agricoltori e cooperative.
Ognuno è sempre più disciplinato rispetto con le esigenze del donatore e la loro valutazione del progetto.
I direttori delle ONG, come il nuovo viceré, verificare e assicurare la conformità con i valori, obiettivi e l'ideologia dei donatori e il corretto utilizzo dei fondi.L'ideologia delle ONG Versus Radicale movimenti socio-politiciLe ONG sottolineano i progetti non i movimenti, ma "mobilitare" la gente a produrre a i margini non a lottare per il controllo dei mezzi fondamentali di produzione e ricchezza, si concentrano sugli aspetti tecnici di assistenza finanziaria dei progetti non sulle condizioni strutturali che modellano la vita quotidiana delle persone.
Il ONG cooptare il linguaggio della sinistra: "potere popolare", " l'empowerment "," uguaglianza di genere "," sviluppo sostenibile "," bottom-up leadership ", ecc Il problema è che questo linguaggio è legato a un quadro di collaborazione con i donatori e le agenzie governative che subordinano attività non conflittuale della politica.
La natura locale delle attività delle ONG significa "potere" non va mai al di là di influenzare piccole aree della vita sociale con risorse limitate nell'ambito delle condizioni consentite dal neo-liberale Stato e macro-economia.Le ONG e il loro personale professionale in concorrenza diretta con il movimenti socio-politici per l'influenza tra i poveri, le donne, razzialmente esclusi, ecc La loro ideologia e la pratica distoglie l'attenzione dal fonti e soluzioni di povertà (guardando verso il basso e verso l'interno, invece di verso l'alto e verso l'esterno).
Per parlare di micro-imprese al posto del sfruttamento da parte delle banche estere, come soluzioni alla povertà si basa sulla falsa idea che il problema è una delle iniziative individuali, piuttosto che il trasferimento di reddito all'estero.
Le ONG "aiuti" colpisce piccoli settori di la popolazione, la creazione di concorrenza tra le comunità di scarsa risorse e la generazione di distinzione insidioso e la comunità inter ed intra rivalità minando così la solidarietà di classe.
Lo stesso vale tra i professionisti: ogni imposta loro Ong per sollecitare fondi all'estero.
Sono in competizione presentando proposte più vicino al gradimento dei dipartimenti donatori per prezzi più bassi, con la pretesa di parlare per più seguaci.
La rete effetto è una proliferazione di ONG che le comunità povere frammento in raggruppamenti settoriali e sub-settoriale in grado di vedere il quadro sociale più ampio che li affligge e ancor meno in grado di unirsi nella lotta contro il sistema.L'esperienza recente dimostra anche che i donatori stranieri finanziano progetti durante la "crisi" - sfide politiche e sociali allo status quo.
Una volta i movimenti sono attenuatisi, si spostano i finanziamenti alle ONG - Regime "Collaborazione", montaggio dei progetti delle ONG in agenda neo-liberista.
Lo sviluppo economico compatibile con il "libero mercato", piuttosto che sociale organizzazione per il cambiamento sociale diventa l'elemento dominante sul finanziamento ordine del giorno.La struttura e la natura delle ONG con i loro postura "apolitica" e la loro concentrarsi sulle auto-aiuto depoliticizes e smobilita i poveri.
Si rafforzano i processi elettorali incoraggiati dai partiti neo-liberale e di massa mezzi di comunicazione.
Educazione politica sulla natura dell'imperialismo, la base di classe del neo-liberismo, la lotta di classe tra gli esportatori e temporanee i lavoratori sono evitati.
Invece le ONG discutere "gli esclusi", il "potere", "povertà estrema", genere o di discriminazione razziale "," senza andare oltre il sintomo superficiale, per coinvolgere il sistema sociale che produce queste condizioni.
Incorporando i poveri nel neo-liberale economia attraverso puramente "private azione volontaria", le ONG di creare un mondo politico dove l'aspetto della solidarietà e mantelli azione sociale un conformismo conservatore con la struttura internazionale e nazionale di potere.Non è un caso che le ONG sono diventate dominanti in alcune regioni, class action politica indipendente è diminuito, e neo-liberismo va non contestati.
La linea di fondo è che la crescita delle ONG coincide con aumento dei finanziamenti da neo-liberismo e l'approfondimento della povertà ovunque.
Nonostante le sue pretese di molti successi locali, la potenza complessiva neo-liberismo si erge incontrastato e le ONG sempre più ricercare nicchie negli interstizi del potere.Il problema della formulazione di alternative è stato ostacolato in altro modo.
Molti degli ex leader dei movimenti di guerriglia e sociali, sindacali e le organizzazioni popolari delle donne sono stati cooptati dalle ONG.
L'offerta è allettante: paghe più alte (a volte in valuta forte), prestigio e riconoscimento da parte di donatori stranieri, conferenze oltreoceano e le reti, ufficio personale e relativa sicurezza dalla repressione.
Al contrario, il movimenti socio-politici offrire benefici materiali poche ma un maggiore rispetto e indipendenza e soprattutto la libertà di contestare la politica e sistema economico.
Le ONG ei loro sostenitori bancari all'estero (Inter-American Bank, la Banca asiatica di sviluppo, il Mondo Bank) pubblicare bollettini con storie di successo di micro-imprese e altri progetti di auto-aiuto, senza menzionare gli alti tassi di fallimento diminuisce il consumo popolare, le importazioni a basso prezzo di inondazione del mercato e come tassi di interesse a spirale - come nel caso in Brasile e l'Indonesia oggi.Anche i "successi" interessano solo una piccola frazione del totale poveri e successo solo nella misura in cui gli altri non possono entrare nel mercato stesso.
Il valore di propaganda dei singoli micro-impresa di successo, è comunque importante nel favorire l'illusione che il neoliberismo è un popolare fenomeno.
Le frequenti esplosioni di massa violenti che avvengono nelle regioni di micro-impresa promozione suggerisce che l'ideologia non è egemonica e le ONG non hanno ancora spostato i movimenti di classe indipendente.L'ideologia delle ONG dipende fortemente politica identitaria essenzialista, impegnandosi in una polemica piuttosto disonesto con i movimenti radicali sulla base di analisi di classe.
Essi partono dal presupposto falso che l'analisi di classe è "riduzionista" si affaccia sul ampi dibattiti e discussioni in seno al marxismo su questioni di uguaglianza razza, etnia e di genere ed evitando il più grave le critiche che le identità si sono chiaramente e profondamente diviso le differenze di classe.
Prendete per esempio, i vivi cileno o indiano femminista in un sobborgo di peluche disegnando un salario 15-20 volte quella del suo domestica che lavora 6 1 / 2 giorni a settimana.
Differenze di classe all'interno di genere determinano abitazioni, tenore di vita, salute, opportunità educative e che chi si appropria del plusvalore.
Eppure la grande maggioranza delle ONG operano su base di identità politica e sostengono che questo è il punto fondamentale di partenza per il nuovo (post-moderna politica).
Identità politica non contesta il maschio mondo dominato elite del FMI privatizzazioni, multinazionali e dei latifondisti locali.
Piuttosto, si concentra sul "patriarcato" in famiglia, violenza in famiglia, divorzio, famiglia pianificazione, ecc In altre parole, si batte per l'uguaglianza di genere all'interno della micro-mondo di popoli sfruttati, in cui gli sfruttati e impoveriti lavoratore di sesso maschile / contadina emerge come il cattivo principale.
Mentre nessuno dovrebbe sostenere sfruttamento di sesso o di discriminazione a qualsiasi livello, le ONG femministe fare un disservizio grave per le donne che lavorano subordinandole al maggiore sfruttamento delle sfruttano la manodopera di cui beneficiano gli uomini di classe superiore e donne, noleggio raccolta proprietari maschile e femminile e amministratori delegati di entrambi i sessi.
La ragione per cui ONG femministe ignorare il "Big Picture" e concentrarsi sulle questioni locali e politica personale è dovuto al fatto miliardi di dollari di flusso che ogni anno in direzione.
Se le ONG femministe ha cominciato a impegnarsi in occupazioni di terra con gli uomini e lavoratrici senza terra in Brasile o in Thailandia o Indonesia o la Filippine, se uniti in scioperi generali delle prevalentemente femminile a basso reddito insegnanti delle scuole rurali contro le politiche di aggiustamento strutturale, il rubinetto delle ONG otterrebbe spento dai loro donatori-imperiale.
Meglio battere il patriarca locale cancellando una esistenza in un villaggio isolato in Luzon.La solidarietà di classe e ONG di solidarietà con i donatori esteriLa parola "solidarietà" è stato abusato a tal punto che in molti contesti è ha perso il significato.
La "solidarietà" termine per quelli delle ONG prevede aiuti esteri incanalati verso qualsiasi designato gruppo "impoveriti".
"Ricerca" o "popolare educazione "dei poveri da parte di professionisti è designato come" solidarietà ".
In per molti versi le strutture gerarchiche e le forme di trasmissione di "aiuti" e "formazione" assomigliano carità XIX secolo ei promotori non sono molto diverso da missionari cristiani.Quelli delle ONG sottolineano "auto-aiuto" ad attaccare il "paternalismo e dipendenza "dello Stato.
In questa competizione tra le ONG per catturare l' vittime della neoliberisti, le ONG ricevono sussidi dai loro importante controparti in Europa e negli Stati Uniti.
L'ideologia auto-aiuto sottolinea la sostituzione dei dipendenti pubblici per i volontari e in ascesa professionisti del contratto su base temporanea.
La filosofia di base del ONG vista è quella di trasformare "solidarietà" in collaborazione e subordinazione alla macro-economia del neo-liberismo, concentrando l'attenzione lontano da stato risorse delle classi abbienti verso l'auto-sfruttamento dei poveri.
Il poveri non hanno bisogno di essere virtuosi dalla ONG per quello che lo stato obbliga loro di fare.Il concetto marxista di solidarietà in contrasto sottolinea la solidarietà di classe all'interno della solidarietà di classe, dei gruppi oppressi (donne e uomini di colore) contro i loro sfruttatori stranieri e nazionali.
L'obiettivo principale non è sulle donazioni che dividono le classi e pacificare piccoli gruppi per un periodo limitato periodo di tempo.
Il focus del concetto marxista di solidarietà è il comune azione degli stessi membri della classe economica condividendo la loro comune situazione che lottano per il miglioramento collettivo.Si tratta di intellettuali che scrivono e parlano per i movimenti sociali in lotta, impegnata a condividere le stesse conseguenze politiche.
Il concetto della solidarietà è legato al "biologico" intellettuali che sono fondamentalmente parte della il movimento - le persone risorsa che fornisce analisi e formazione per lotta di classe e tenendo gli stessi rischi politici in azioni dirette.
In Invece, quelli delle ONG sono incorporate nel mondo delle istituzioni, del mondo accademico seminari, fondazioni straniere, conferenze internazionali che parlano una lingua compresa solo da chi "iniziati" al culto soggettivista di essenzialista identità.
I marxisti vista la solidarietà come condivisione dei rischi dei movimenti, non essendo al di fuori commentatori che sollevano domande e difendere nulla.
Per quelli delle ONG l'oggetto principale è "ottenere" lo straniero finanziamenti per il "progetto".
Il problema principale, per i marxisti è il processo di lotta politica e l'educazione nel garantire la trasformazione sociale.
Il movimento era tutto l'obiettivo è stato importante di risveglio delle coscienze per il cambiamento della società: costruire il potere politico per trasformare la condizione generale del grande maggioranza.
"Solidarietà" per quelli delle ONG è divorziato dal generale oggetto di liberazione, ma è semplicemente un modo di avvicinare le persone a frequentare un posto di lavoro riqualificazione seminario, per costruire una latrina.
Per i marxisti la solidarietà di un lotta collettiva contiene i semi del futuro democratico collettivista società.
La visione più grande o la sua assenza è ciò che dà i diversi concezioni della solidarietà il loro significato distinto.Lotta di classe e la cooperazioneQuelli delle ONG spesso scrivono di "collaborazione" di tutti, vicini e lontani, senza entrare troppo profondamente sul prezzo e le condizioni per garantire il collaborazione del neo-liberale regimi e le agenzie di finanziamento all'estero.
La lotta di classe è visto come un atavismo di un passato che non esiste più.
Oggi ci viene detto "i poveri", sono intenti a costruire una nuova vita.
Essi sono alimentati con la politica tradizionale, ideologie e politici.
Fin qui, tutto bene.
Il problema è che quelli delle ONG non sono così prossimi nella descrizione ruolo di mediatori e broker, fondi hustling all'estero.
La concentrazione di reddito e la crescita delle disuguaglianze sono maggiori che mai, dopo un decennio di predicare la cooperazione e micro-imprese, e di auto-aiuto.
Oggi il banche come la Banca Mondiale fondo le esportazioni agro-aziende che sfruttano e milioni veleno di braccianti agricoli, fornendo i fondi per finanziare le piccole micro-progetti.
Il ruolo delle ONG nei progetti micro è di neutralizzare opposizione politica in basso, mentre il neo-liberismo è promosso al superiore.
L'ideologia della "cooperazione" collega i poveri attraverso le ONG per neo-liberali in alto.Intellettualmente le ONG sono i poliziotti intellettuale che definire accettabile ricerca, distribuire fondi per la ricerca e filtrare i temi e le prospettive quella classe analisi del progetto e prospettiva lotta.
I marxisti sono esclusi dal conferenze e stigmatizzati come "ideologi" mentre le ONG si presentano come "scienziati sociali".
Il controllo della moda intellettuale, pubblicazioni, conferenze, finanziare la ricerca forniscono le post-marxisti con una base di potere importanti - ma in ultima analisi, dipende evitare il conflitto con i loro patroni finanziamenti esterni.Critici intellettuali marxisti hanno la loro forza nel fatto che i loro idee in sintonia con la realtà sociale in evoluzione.
La polarizzazione di classi e gli scontri violenti sono in crescita, come le loro teorie sarebbero prevedere.
E 'in questa prospettiva che i marxisti sono tatticamente deboli e strategicamente forte nei confronti delle ONG.Alternative ONGSi potrebbe sostenere che ci sono un grande molti tipi differenti di ONG e che molti lo fanno criticare e organizzarsi contro le politiche di aggiustamento, il FMI, il debito pagamenti, ecc e il suo ingiusto mettere sullo stesso piano tutti nella stessa borsa.
cheC'è un granello di verità in questo, ma questa posizione nasconde un più questione fondamentale.
La maggior parte dei leader dei contadini provenienti da Asia e America Latina che ho parlato si lamentano amaramente del ruolo di divisione ed elitaria che anche il "progressista" ONG svolgono: loro, le ONG vogliono subordinare il contadino I leader alle loro organizzazioni, vogliono guidare e parlare "per" i poveri.
Non accettano ruoli subordinati.
ONG progressivo utilizzo contadini e dei poveri per i loro progetti di ricerca, che beneficiano del pubblicazione - non torna ai movimenti nemmeno le copie del studi fatti in loro nome! Inoltre, i leader contadini chiedono perché le ONG Non rischio il collo dopo il loro seminari educativi? Perché non studiare il perché ricco e potente di noi?Anche ammettendo che all'interno della "ONG progressista" ci sono minoranze che funzionano come "risorsa" persone di radicali movimenti socio-politici, il fatto è che le persone ricevono una piccola frazione dei fondi che vanno alla ONG.
Inoltre, la gran massa di ONG adatta alla descrizione di cui sopra e spetta a poche eccezioni a dimostrare il contrario: un importante passo avanti per il "ONG progressista" è quella di criticare sistematicamente e critica i legami dei loro colleghi delle ONG con l'imperialismo ei suoi clienti locali, i loro ideologia di adattamento al neo-liberalismo e la loro autoritaria ed elitaria strutture.
Poi sarebbe utile per loro di raccontare le loro occidentale ONG contropartita per uscire dalla fondazione - reti di governo e andare torna ad organizzare ed educare il proprio popolo in Europa e Nord America a forma sociale-politico dei movimenti che possono sfidare la dominante regimi e partiti che servono le banche e multinazionali.In altre parole, le ONG dovrebbero smettere di essere e di ONG convertirsi in membri di movimenti socio-politici.
Questo è il modo migliore per evitare di essere concentrati con le decine di migliaia di ONG di alimentazione a depressione del donatore.Conclusione: Note su una teoria delle ONGSociale in termini strutturali il proliferalism e l'espansione delle ONG riflette l'emergere di un nuovo piccolo borghese distinta dalla "vecchia" commercianti, liberi professionisti così come il "nuovo" gruppi di dipendenti pubblici.
Questo settore in subappalto è più vicino al precedente "compradora" borghesia in quanto non produce beni tangibili, ma serve a collegamento imprese imperiale con piccoli produttori di materie prime locali impegnati in micro-imprese.
Questo nuovo piccolo-borghesi, almeno la sua "mezza età varianti "è segnata dal fatto che molti ex della sinistra e far pesare una "retorica popolare" e in alcuni casi un elitario "d'avanguardia" concepimento fino alla loro organizzazioni.
Situato senza proprietà o di un fisso posizione nell'apparato statale che dipende fortemente dai finanziamenti esterni agenzie di riprodursi.
Dato il suo elettorato popolare tuttavia, deve combinare un anti-marxista, anti-statalista appello con la retorica populista, da qui il miscuglio della Terza Via e le nozioni della società civile che sono sufficientemente ambiguo per coprire entrambe le basi.
Questa nuova piccola borghesia prospera su incontri internazionali come sostegno principale della sua esistenza, senza solide sostegno organico all'interno del paese.
La retorica "globalista" fornisce una copertura per una sorta di surrogato "internazionalismo" privo di anti-imperialista impegni.
In una parola, questo nuovo piccolo borghese costituisce la "ala radicale" ...
dei neo-liberale stabilimento.Politicamente le ONG adattarsi al nuovo modo di pensare degli strateghi dell'imperialismo.
Mentre il FMI - Banca Mondiale e delle multinazionali lavoro le élite domestico nella parte superiore per saccheggiare l'economia, le ONG impegnarsi in un'attività complementare al fondo neutralizzare e frammentare il malcontento crescente derivante dalla devastando l'economia.
Proprio come l'imperialismo si impegna in due fronti macro-micro strategia di sfruttamento e di contenimento, movimenti radicali devono sviluppare due poli anti-imperialista strategia.La massa di ONG hanno cooptato la maggior parte di quello che era il "flottante libero" intellettuali che vorrebbero abbandonare le loro origini di classe e partecipare alla movimenti popolari.
Il risultato è uno spazio temporaneo tra la crisi profonda del capitalismo (depressioni in Asia e America Latina - crollo del ex-URSS) e l'assenza di significativi movimenti rivoluzionari organizzati (Con l'eccezione di Brasile, Colombia e forse Corea del Sud).
Il domanda fondamentale è se una nuova generazione di intellettuali organici può emergere dal fiorente movimenti sociali radicali che possono evitare il ONG tentazione e diventare membri integrante della prossima ondata rivoluzionaria.



James Petras, Dipartimento di Sociologia, Università di Binghamton, NY


Publication Information: Article Title: NGOs: In the Service of Imperialism.
Contributors: James Petras - author. Journal Title: Journal of Contemporary
Asia. Volume: 29. Issue: 4. Publication Year: 1999. Page
Number: 429.
http://baclawa.blog.co.yu/

Per le Onlus i clandestini "valgono" 21 milioni

Ecco il business dei diritti umani: per le Onlus i clandestini "valgono" 21 milioni
di Stefano Filippi 
Fonte IlGiornale 06/10/ 2011



Fino a due settimane fa, lo spettacolo pressoché quotidiano a Lampedusa e dintorni era il seguente. Le navi della nostra Marina avvistano il barcone carico di disperazione. A differenza di quanto sarebbe accaduto se si fosse trovata in acque maltesi, greche o spagnole, la carretta viene scortata in porto. 
I profughi sbarcano. La Protezione civile li rifornisce di acqua, cibo, coperte. Alcuni operatori salgono a bordo per prendersi cura di donne e minorenni, che vengono assistiti per primi. Gli agenti di polizia individuano lo scafista che aveva tentato di mimetizzarsi tra i fuggiaschi: sono loro a indicarlo alle forze dell’ordine. I migranti vengono portati al centro di prima accoglienza di Lampedusa per il riconoscimento fotosegnaletico. A quel punto subentra l’attesa per conoscere quale destino li attende: l’asilo, il permesso temporaneo di soggiorno, il rimpatrio.
A un certo punto della trafila, si inserisce un elemento particolare. È il presidio delle Onlus, le associazioni umanitarie presenti in forze a Lampedusa. La loro non è un’attività clandestina: ogni organizzazione agisce in base a un progetto approvato dal ministero dell’Interno. E ciascuna Onlus è dotata di un cospicuo fondo spese per pagare, tra l’altro, vitto e alloggio non agli africani, ma ai drappelli di volontari. Cosa che ha fatto felici albergatori e ristoratori dell’isola disertata dai turisti.
L’impegno dello Stato italiano per fronteggiare l’emergenza, valutabile in un miliardo di euro, non basta. Occorre l’intervento delle associazioni umanitarie. Il cui compito non è procurare prima assistenza ai profughi, ma inserirli in un circuito di protezione. Spiegare loro quali diritti hanno. Fare loro conoscere mediatori culturali, interpreti, avvocati. Organizzare la permanenza nell’isola. Aiutarli a sfruttare ogni piega della legge per poter restare in Italia. Metterli in contatto con i familiari, perché devono sapere che in Italia c’è posto per tutti.
Appena sbarcati, i nordafricani ignorano dove si trovano, non conoscono la lingua e le leggi del posto, sono stralunati. Eppure in pochi minuti hanno già firmato un plico di moduli in cui si mettono nelle mani di un avvocato sconosciuto ma garantito dalla provvidenziale Onlus. La formula è standard: «Io Tal dei Tali attualmente trattenuto presso l’ex base Nato Loran a Lampedusa dal giorno X nomino mio avvocato di fiducia Pinco Pallino, presso il cui studio eleggo domicilio, affinché svolga le pratiche necessarie per porre fine al mio trattenimento e richieda per mio conto un permesso di soggiorno. Ai sensi delle norme vigenti in materia di autocertificazione autorizzo ai trattamenti dei miei dati personali». Spesso la firma è una sigla incerta ma certificata da un funzionario del comune di Lampedusa sulla base del numero identificativo dello sbarco.
L’emergenza nordafricani è un sacrificio per gli automobilisti, che pagano più cari i carburanti. È un aggravio ragguardevole per il bilancio dello Stato. Ma è anche un’occasione di business. Per il 2011 il Fondo europeo per i rifugiati ha stanziato all’Italia 7.740.535,42 euro, più altri 6.850.000 straordinari per le «misure d'urgenza». Ulteriori 6.921.174,29 euro arrivano tramite il Fondo europeo per i rimpatri. Con questi soldi il Viminale finanzia progetti presentati dai soggetti più vari (enti locali e pubblici, fondazioni, organizzazioni governative e non, Onlus, cooperative sociali, aziende sanitarie, università) selezionati attraverso concorsi pubblici. Si tratta di 21 milioni e mezzo di euro complessivi.
Molti dunque sfruttano l’emergenza per ottenere visibilità, rivendicare ideologie, attaccare il governo, e anche per fare soldi. Ogni carretta del mare approdata a Lampedusa mette in movimento un complesso apparato. I direttori operativi delle Onlus si precipitano, dettano appelli scandalizzati e li diffondono tramite solerti uffici stampa chiedendo interventi, trasferimenti, soldi, chiaramente in tempi improrogabili. Gli avvocati, tutti attivi nel campo dei diritti umani e spesso difensori di pacifisti e no-global (la genovese Alessandra Ballerini, legale segnalata da Terres des Hommes, si candidò con la sinistra alle regionali 2010), redigono denunce ed esposti. I parlamentari di opposizione presentano interrogazioni allarmate in cui si parla di «prigionieri», «reclusione», «condizioni indegne di un Paese civile».


Il business dei diritti umani contagia perfino il mondo dell’arte. La scorsa settimana è stato presentato a Roma il progetto di trasformare le imbarcazioni abbandonate a Lampedusa in opere d’arte. «Un modo per dire che un relitto è tragica testimonianza - fanno sapere gli ideatori - ma anche porta verso il futuro». A ciò si aggiunge «la valenza epocale del fenomeno immigrazione», cui l’arte offre «un segno di solidarietà». Peccato che per la regione Sicilia le carrette siano rifiuti tossici perché verniciate da sostanze contenenti piombo. Altro che opere d’arte messe in vendita a beneficio dell’Alto commissariato Onu per i rifugiati: dovrebbero essere smaltite con mille precauzioni. Assieme a tanta retorica assistenziale.

"Falsa beneficenza" e reati di truffa

di Simona Carandente
Fonte: ilmediano.it

In giro c’è gente senza scrupoli, è meglio che si sappia. Come quella di cui raccontiamo nell’articolo, che ha raggirato persone serie e sensibili impegnate a dare una mano ai più bisognosi.

Raccolta fondi, serate di beneficenza, richieste di contributi a scopo benefico: quanti di noi si trovano, più o meno quotidianamente, a doversi fronteggiare con l’enorme matassa di richieste di denaro, provenienti da più fonti, finalizzate ad aiutare persone bisognose e non in grado di provvedere neanche alle più elementari esigenze di salute? Non è assolutamente semplice, difatti, capire in quali mani affidare il proprio denaro, nella certezza che vada effettivamente a destinazione, senza che persone senza scrupoli se ne approprino, vanificando così gli sforzi degli offerenti e raggirando, di fatto, gli ignari beneficiari.
In tempi recenti, una coppia di coniugi si è rivolta all’avvocato: i due, fondatori e sostenitori di un’associazione di beneficenza molto nota sul territorio campano, erano stati contattati da una società organizzatrice di eventi. Quest’ultima, evidentemente sensibile a dinamiche di natura filantropica, aveva pensato di indire una cena di beneficenza, con tanto di personaggi famosi rigorosamente partenopei, il cui ricavato sarebbe stato destinato, per intero, proprio all’associazione. Sia sui biglietti della manifestazione che sulle locandine della stessa, sparse copiosamente in tutta la città, campeggiava a chiare lettere l’intento di devolvere l’intero ricavato in beneficenza, rafforzando pertanto in chi leggeva il convincimento della buona fede dell’iniziativa.
Tuttavia, al momento della resa dei conti, i coniugi ebbero un’amara sorpresa: a serata conclusa e con un grosso numero di biglietto venduto, con il pretesto di dover affrontare spese non previste, quale il fitto della sala e la corresponsione di emolumenti agli ospiti famosi, la società organizzatrice si era di fatto tirata indietro, adducendo di non essere in grado di poter devolvere all’associazione no profit neanche un euro. Un caso del genere concretizza, senza ombra di dubbio, il reato di cui all’art. 640 c.p., ovvero quello di truffa, che si realizza quando chiunque, con artifici e raggiri, inducendo taluno in errore, si procuri un ingiusto profitto con altrui danno.
La società organizzatrice, difatti, ha in sostanza utilizzato il buon nome dell’associazione, oltre che il forte richiamo dello scopo benefico, per far cadere in errore gli ignari malcapitati, facendo loro credere che il loro denaro servisse a nobili scopi di natura sociale e filantropica, come del resto espresso a caratteri cubitali, esponendoli peraltro i responsabili dell’associazione a dover dar conto del tutto anche di fronte agli altri organi sociali.
Ai due coniugi, pertanto, non resterà che adire l’autorità giudiziaria, presentando apposito atto di querela, procedendo al contempo alla rettifica degli intenti manifestati sulle locandine e sui biglietti, in un’ ottica di estrema correttezza nei confronti degli ignoti benefattori. 

giovedì 6 ottobre 2011

Haiti. L’insostenibile incertezza degli aiuti!

Fonte: abconlus  05/10/2011


Riteniamo che tra i nostri doveri rientri quello di ricordare a chi ci è vicino quel che accade nei luoghi dove siamo presenti. Abbiamo, per così dire, un punto di osservazione “privilegiato” sulle disgrazie del mondo e, visto che dobbiamo parlare di Haiti, lo vogliamo fare partendo dalla piccola porzione di pianeta Terra che conosciamo, limitato agli aiuti che eroghiamo a favore della scuola “Sibert” guidata da Maurizio Barcaro a Port-au-Prince, per allargare poi lo sguardo alla città e al Paese. Dobbiamo farlo anche per non essere complici dello scandaloso ritardo con il quale si sta intervenendo per alleviare le sofferenze di un popolo che non esiste. 

La scuola “Sibert”, diciamolo subito, va bene ed ha ripreso la sua attività il 3 ottobre scorso. Ricostruzione e riorganizzazione hanno dato, paradossalmente, nuovi stimoli al nostro amico Maurizio e le attività didattiche garantiscono una preparazione altrove inimmaginabile. Oltretutto non si tratta di una struttura chiusa, ma aperta alle famiglie e alla realtà locale limitrofa, tanto da accogliere al suo interno una piccola “casa di riposo” per anziani. Dunque esperienza positiva. Ma questa è un’oasi nel deserto, anche se ci saranno sicuramente altre realtà a noi sconosciute benemerite e benevole. Ma nella maggior parte dei casi il resto è orrore!Lo è anche perché i problemi per Haiti con il passare del tempo aumentano. Infatti, dopo il terremoto, è arrivato il colera e poi gli uragani. Ora, mentre la ricostruzione ritarda e la comunità internazionale è presa dalla crisi economico-finanziaria, nel confinante Santo Domingo i profughi haitiani cominciano ad essere rimpatriati. E, proprio per questo “accumulo” di problematiche irrisolvibili, inevitabilmente nascono polemiche e critiche nei confronti delle istituzioni internazionali e delle ONG presenti con migliaia di cooperanti sul territorio di un Paese che è sempre stato il più povero delle Americhe. Ha ragione il famoso padre Rich (Richard Frechette) - che dirige in Haiti N.P.H., Nuestros Pequeños Hermanos, organizzazione presente in 9 paesi dell’America Latina con Case-orfanotrofi o ed ospedali - quando denuncia il ritardo con il quale le risorse raccolte per Haiti stanno arrivando sull’isola. Ma in un’intervista a “Vita” del giugno scorso Marco Bertotto, direttore operativo di Agire, tiene a precisare come il ritardo non riguardi “le nostre ONG che da tempo hanno impiegato i fondi raccolti a favore dei terremotati” . Per la cronaca Agire è l’acronimo di Agenzia Italiana Risposta Emergenze , un network privato di “pronto intervento” fra alcune delle più note e grandi (piccolo è bello! ndr.) organizzazioni umanitarie nove delle quali lanciarono, lo scorso anno, un appello per raccogliere fondi a favore di Haiti: Save the Children, ActionAid, Cesvi, InterSos, Gvc, Terres des Hommes, Coopi, Cisp, Vis. 

Ma con Bertotto non è sicuramente d’accordo Evel Fanfan, presidente di “Aumohd-Action des Unités Motivées pour une Haiti de Droit”, un’organizzazione di avvocati che dal 2002 si occupa della difesa dei diritti umani e civili della popolazione haitiana, il quale sostiene che "Il 66% di tutte le donazioni che sono state fatte non sono state investite per la gente di Haiti, ma per il funzionamento delle Ong", alcune delle quali - precisa - “hanno comprato fuoristrada da 40-50 mila dollari, mentre il 20% delle donazioni sono state spese per pagare il loro personale presente sul territorio”. Dobbiamo però precisare, per quel che sappiamo, che nel caso di Agire una parte delle nove ONG si sono avvalse di altre associazioni già presenti in Haiti e quindi i loro interventi sono stati realizzati da realtà già strutturate sul territorio con notevole risparmio sulle spese di gestione. Un po’ come facciamo noi in Brasile, Serbia, Bosnia e... Haiti! Ma Evel Fanfan, che è stato anche in Italia per una serie di conferenze sull’argomento, incalza e sostiene che circa 12 mila organizzazioni concentrate in Haiti hanno trasformato l’isola in una “Repubblica delle Ong”. “Abbiamo discusso - dice - con l’80% di loro e abbiamo chiesto di creare un osservatorio per evitare lo spreco di denaro e verificare la trasparenze delle spese. La maggior parte non ha accettato una super visione e un controllo”. Ed ha aggiunto un argomento che deve far riflettere quanti si occupano di cooperazione internazionale e di aiuti: “Siamo qui - in Italia - per sensibilizzare l’opinione pubblica internazionale, per chiedere trasparenza, per dire che questo tipo di aiuto non ha avuto alcun tipo di risultato ora e non lo avrà in futuro e per chiedere alla comunità internazionale di cambiare il suo piano di azione, lavorando con la società civile locale senza escluderla”. A noi sembra una cosa non solo plausibile, ma legittima. E le ragioni di Evel Fanfan sono sono confermate dalla considerazione che le ONG spesso non hanno alcun ancoraggio con le realtà locali dove operano, non hanno alcuna legittimità che provenga dalla gente che vogliono aiutare. E’ come se trovassero legittimità unicamente nella nobiltà dell’azione svolta. E anche il controllo non è fatto da alcun organismo terzo e, di fatto, non rispondono praticamente a nessuno, neanche in caso di fallimento dei progetti o di sperpero del denaro raccolto. Per tutte queste considerazioni non sarebbe male che ONG e Associazioni accettassero un’azione di supervisione e controllo come quella proposta per Haiti da Evel Fanfan. Come ci è capitato di leggere su un blog, “Geopoliticamente”, appare pertinente l’osservazione che le ONG presenti ad Haiti sono sorrette dalla convinzione di essere“al di sopra delle parti”, ma “quest’idea è sbagliata in quanto dietro di loro dovrebbe esserci la società civile, in questo caso globale” e “con un unico punto di riferimento e di controllo: la stampa”. Ma anche la stampa “presenta limiti legati al marketing, alle necessità dettate dall’attenzione mediatica e a pressioni esterne di varia natura”. Grande verità! 

E, coincidenza, a sostenere indirettamente concetti e sospetti arriva, il primo ottobre 2011, una notizia conosciuta da pochi e pubblicata soltanto sul sito Linkiesta (www.linkiesta.it) che riportiamo quasi integralmente: 

“Da anni gli ‘sms solidali’ sono uno strumento fondamentale nella raccolta di fondi per le emergenze umanitarie. Complice la familiarità con il telefonino, gli italiani rispondono sempre con generosità agli appelli lanciati dai media per aiutare le popolazioni colpite da catastrofi. Hanno fiducia nelle capacità di intervento delle organizzazioni umanitarie che promuovono iniziative di solidarietà a favore delle popolazioni colpite. E si aspettano che i soldi raccolti, nell’attesa di essere erogati, siano gestiti con prudenza e oculatezza. 

E invece è accaduto che 2 milioni di euro destinati ad aiutare la popolazione di Haiti sono spariti, secondo quanto Linkiesta è in grado di rivelare. Inghiottiti in una misteriosa operazione che sembra avere l’aria della truffa finanziaria, e di cui non sono ancora chiare le responsabilità. Due milioni su un totale di 14,7 milioni raccolti un anno fa per Haiti dalla onlus Agire, un network privato di alcune fra le più note organizzazioni umanitarie, sono stati affidati un intermediario di cui non si conosce ancora il nome, e non sono più tornati indietro. Quando il 12 gennaio 2010 l’isola dei Caraibi viene colpita da un terremoto (...) partono subito diverse campagne di raccolta fondi. Due di queste corrono via sms. Una è quella della Croce rossa, (...) l’altra fa capo ad Agire, un raggruppamento fra 12 importanti Organizzazioni Non Governative che funziona da meccanismo congiunto di raccolta. Una sorta di macchina permanente per le emergenze, pronta ad attivarsi non appena scoppia una crisi umanitaria internazionale, grazie a una rete di partner strategici (Telecom Italia, Tim, Vodafone, Rai, Sky, LA7, CRAI, Unieuro, Cooperazione Italiana allo Sviluppo-Ministero Affari Esteri, la Feltrinelli, Poste Italiane, Banca Popolare di Milano). Alla notizia del terremoto di Haiti, Agire lancia un appello per una donazione di 2 euro «inviando un sms al 48541 da cellulari Tim e Vodafone o chiamando lo stesso numero da rete fissa Telecom Italia». All’appello aderiscono nove dei 12 soci di Agire: Save the Children, ActionAid, Cesvi, InterSos, Gvc, Terres des Hommes, Coopi, Cisp, Vis. La Tim e Vodafone forniscono l’appoggio tecnico mentre la copertura mediatica arriva dalla Rai, da Mediaset, Corriere della Sera e Gazzetta dello Sport, e trova eco in diverse radio nazionali e locali, associazioni, persino sezioni locali dei partiti. Le nove ong interessate si attivano immediatamente per distribuire beni di prima necessità e allestire rifugi temporanei per oltre 5mila persone. Con la campagna sms vengono raccolti 14,7 milioni di euro, cui vanno aggiunti 6,5 milioni che le ONG ricevono direttamente dai sostenitori. Una parte rilevante delle donazioni, 11,5 milioni, viene erogata nel corso del 2010 per interventi nel settore educativo, nella sanità e nel settore agricolo. Per far quadrare i conti, per la verità, bisogna tenere conto dei “costi della macchina organizzativa”: 134mila euro di “oneri gestione appello” e 115mila euro per spese di “valutazione e trasparenza”. I fondi restanti (2.180.000 euro), si legge sul bilancio dello scorso esercizio, «saranno liquidati nel corso del 2011 secondo piani di trasferimento che tengono conto dello stato di implementazione delle attività». E si decide di farli fruttare con qualche investimento temporaneo. 

Il consiglio direttivo presieduto da Gianni Da Ponte delibera così di investire una parte rilevante della liquidità in titoli «in linea con il regolamento interno», come spiegano i documenti ufficiali. Del consiglio fanno parte anche Gianni Milesi, Mario Raffaelli e Caterina Torcia. Quest’ultima è attualmente una manager della corporate social responsability di Vodafone Italia, tuttora un partner strategico di Agire. Che cosa prevede, dunque, il regolamento interno? Che «nella scelta degli strumenti finanziari di investimento, la politica degli investimenti tiene innanzitutto in considerazione la loro compatibilità etica con le finalità di Agire e dei suoi associati» (vedi art.icolo 6.4). E ancora che si abbia da un lato «la massima redditività delle giacenze e, dall’altro, la possibilità di loro immediato smobilizzo per far fronte alle esigenze operative di risposta alle emergenze». I 2 milioni di euro sono così impiegati in obbligazioni, mentre altri 300mila euro sono investiti in azioni garantite al 90 per cento. A questo spunto comincia il giallo dell’ammanco dei 2 milioni. L’ultimo punto fermo ufficiale è quanto viene detto nella nota integrativa al bilancio 2010 (pag. 7): «Va considerato che i 2 milioni di euro sono stati svincolati al 31 marzo 2011». Interpellati da Linkiesta, fonti ufficiali di Agire non hanno voluto spiegare se è in quel momento che viene riscontrata l’impossibilità di rientrare in possesso dei fondi investiti in obbligazioni. O se invece i 2 milioni sono stati regolarmente smobilizzati e solo dopo affidati all’intermediario che, a oggi, non li ha ancora. Al telefono Marco Bertotto, direttore operativo di Agire, riferisce che «immediatamente, nel momento in cui ne siamo venuti a conoscenza, abbiamo messo la cosa nelle mani dei legali». Bertotto sostiene di non poter rivelare il nome dell’intermediario «perché c’è un avvio di procedimento (giudiziario, ndr) su cui abbiamo un obbligo di riservatezza per non compromettere l’esito delle indagini». Agire è forse finita nella truffa del Madoff dei Parioli? «No», assicura Bertotto. Secondo una fonte interna che ha chiesto di mantenere l’anonimato, l’intermediario «è stato suggerito e consigliato da uno degli enti del nostro network». (...) “Se da un lato resta l’incognita sul recupero delle somme investite, dall’altro viene confermato l’impegno a rimborsare le ONG associate che ad Haiti hanno realizzato progetti di intervento, molti dei quali sono stati già completati. Solidarietà o finanza? È la domanda a cui dovrà dare una risposta immediata, prima ancora della magistratura, il comitato etico di Agire, composto da personalità di rilievo nazionale e internazionale. Come il giurista e magistrato Antonio Cassese, già presidente del Tribunale penale per i crimini dell’ex Jugoslavia, l’ex Ragioniere generale dello Stato Andrea Monorchio, il professor Marco Vitale. Proprio quest’ultimo ha confermato a Linkiesta che «il comitato etico è stato informato da poco». È stata convocata una riunione urgente, «ma la data non è ancora decisa». (...) La posizione dei garanti etici è molto dura, al di là delle oggettive responsabilità nella presunta truffa o comunque nella sparizione dei fondi. Vitale la sintetizza così: «Il fatto che le giacenze liquide siano andate in un intermediario che sarà anche stato conosciuto da qualcuno, ma che evidentemente non era un operatore di primaria grandezza e reputazione, andrà chiarito. Quando io ho gestito soldi privati per il Kosovo li avevo affidati a una banca solida». L’aspetto paradossale di questa vicenda è che, una banca solida, Agire ce l’ha già in casa come “main partner”. È Banca Prossima, la banca per le imprese sociali del gruppo Intesa Sanpaolo. Ma il consiglio direttivo ha preferito l’intermedario consigliato dagli amici degli amici” (...).

Nello stesso giorno che esce la notizia su Linkiesta, il primo ottobre, Agire in un comunicato scrive: “In merito ai contenuti dell’articolo pubblicato questo pomeriggio sul sito Linkiesta.it, AGIRE - Agenzia Italiana per la Risposta alle Emergenze conferma di essere stata vittima di una truffa sapientemente architettata ai suoi danni da un soggetto terzo, esterno all’organizzazione stessa. Le indiscrezioni riguardano vicende già affidate da tempo a un collegio di legali che ha avviato le opportune azioni con le autorità competenti. Per evitare che la diffusione di notizie intralci l’accertamento dei fatti, AGIRE mantiene il più stretto riserbo sulla vicenda. I responsabili della onlus assicurano tuttavia che tutti gli impegni con i donatori e con le popolazioni colpite da crisi umanitarie sono stati e saranno pienamente rispettati. Il network AGIRE assorbirà in ogni caso l’eventuale perdita, senza alcuna ripercussione sulla completa realizzazione dei progetti finanziati. Con piena fiducia nell’operato delle autorità competenti, AGIRE confida nell’accertamento delle responsabilità e nel recupero della somma e si riserva di fornire, non appena potrà farlo, un quadro più dettagliato degli avvenimenti di cui è stata vittima”. Analogo comunicato viene fatto dal VIS il giorno 5 ottobre. Poi silenzio assoluto! 

Il 5 ottobre sempre su Linkiesta, esce un’altra notizia quasi eguale a quella che riguarda Agire. Stavolta è il Vis (Volontariato Internazionale per lo Sviluppo), ONG che fa capo alla congregazione di Don Bosco, e la cifra è di quattro milioni di euro investiti non si sa bene come. “Secondo gli indizi raccolti da Linkiesta - si legge sul sito del giornale on-line - si tratterebbe di una società di investimenti con base a Milano e un focus privilegiato sulle istituzioni no profit. Se le recriminazioni di truffa ipotizzata dai vertici di Agire e del Vis venissero confermate dalle indagini giudiziarie in corso, si tratterebbe di un singolare caso di ‘Madoff delle onlus’. Gli enti coinvolti potrebbero essere ben più di due. Sulla truffa ipotizzata starebbe indagando la Procura di Milano, riferiscono fonti vicine alle vicende”. 

Ci siamo interrogati sull’opportunità di divulgare, anche se è già “pubblica”, questa storia, tanto più che molti hanno taciuto per timore di contribuire, indirettamente, ad accentuare la già forte flessione delle donazioni, ma noi, quando abbiamo qualche dubbio, ricorriamo ad una bella frase di uno scrittore ottocentesco, Ippolito Nievo: “La verità, per quanto povera e nuda, è più adorabile e più santa della bugia camuffata e sontuosa” e, aggiungiamo noi, anche del silenzio complice dei mass-media e delle “istituzioni” del Terzo Settore.