venerdì 23 dicembre 2011

Truffa a onlus, 200 mila euro a Lele Mora

Era in societa' con manager arrestato per bancarotta


Fonte: ANSA


Piu' di 200 mila euro 'distratti' a favore di Lele Mora. E' quanto emerge nell'ambito dell'inchiesta di bancarotta su Retemanager, la societa' di investimenti di Bernardino Pasta, il manager finito in carcere il 2 dicembre scorso con l'accusa di aver truffato due onlus per 9 milioni di euro, soldi che erano destinati anche a progetti in favore dei bimbi di Haiti. Lele Mora, estraneo all'inchiesta, aveva in passato una societa' proprio con il manager arrestato.

martedì 20 dicembre 2011

Truffe: soldi in cambio lavoro, denunciati impiegati Onlus

A Genova, debiti con tipografie e alberghi mai sanati

Fonte ANSA


GENOVA - I carabinieri del nucleo operativo di San Martino hanno denunciato per truffa aggravata il presidente e quattro rappresentanti di una Onlus genovese.

Secondo quanto accertato dai militari, tra l'altro, i cinque si sarebbero fatti consegnare denaro da una donna di 50 anni in cambio di un'assunzione che non e' mai stata formalizzata.

In piu', i cinque avrebbero contratto debiti presso alberghi e una tipografia senza mai sanarli.

mercoledì 7 dicembre 2011

Truffa al mondo della cooperazione



Una società di transazioni finanziarie fa sparire oltre 2 milioni di euro di donazioni destinati ai progetti di cooperazione ad Haiti. Il responsabile viene arrestato e la rete Agire, vittima della truffa, garantisce il rimborso della cifra rubata. Il racconto del direttore Marco Bertotto
di Maurizio Dematteis

L’ultima tranche di 2 milioni e 10 mila euro (e non 9, specifica Maddalena Grechi dell'ufficio stampa di Agire, come erroneamente riportato dalla stampa nei giorni scorsi), di un fondo di 4, destinato a 9 organizzazioni non governative associate alla rete Agire (Agenzia italiana per la risposta alle emergenze, che raccoglie 11 ong italiane) per attività svolte in programmi di assistenza umanitaria ad Haiti, svaniscono nel nulla.
Erano state investite dal network di associazioni in obbligazioni a “zero rischio” e rapida smobilitazione, con una resa del 2,8%. Ma al momento del riscatto dell’ultima tranche del fondo, derivante da donazioni, la somma era sparita.
«Siamo stati vittime di una truffa – spiega Marco Bertotto, direttore di Agire -, ma tendo a sottolineare che non abbiamo commesso nessuna violazione dell’accordo con i donatori, ne tanto meno con i beneficiari di tali fondi. Perché le associazioni impegnate ad Haiti hanno pagato le spese legate ai progetti in corso. E il fondo in questione serviva a rimborsare tali spese. Rimborso che Agire, grazie alla sua rete, si impegna a restituire agli organismi appena disponibile».
Ma com’è possibile che i soldi donati dai sostenitori ai progetti ad Haiti finiscano in borsa, con i rischi connessi?
«Non si è trattato assolutamente di un’operazione smaliziata – continua Bertotto -, ma semplicemente di un tentativo di valorizzare dei soldi in giacenza». E infatti quel 2,8% di resa dei 4 milioni di euro sarebbe dovuto finire nel “Fondo risposta rapida per l’emergenza”, uno strumento di Agire da utilizzare all’indomani di un’emergenza, per avere risorse immediate, fino alla partenza della campagna di raccolta fondi  specifica. «Ci siamo rivolti alla società di transazioni  di un soggetto accreditato – spiega il direttore -, che ci era stato segnalato da altri organismi che si occupano di cooperazione internazionale. Una persona che da più di dieci anni lavorava negli ambienti legati alle ong di ispirazione cattolica».
Il personaggio in questione è Bernardino Pasta, responsabile della società di investimento Retemanager spa,arrestato giovedì primo dicembre dalla Guardia di finanza di Milano. E attualmente messo sotto processo dal procuratore aggiunto Francesco Greco e dal pm Eugenio Fusco, per reati di associazione per delinquere, falso e truffa.
Una gran brutta storia, che la rete Agire, vittima di truffa, cerca di gestire col massimo di trasparenza, per non incrinare il suo rapporto con i sostenitori delle cause sue e degli organismi associati.
«Noi a differenza delle realtà profit non abbiamo purtroppo studi legali interni o altri servizi del genere», dichiara Marco Bertotto. Servizi che, probabilmente, risulterebbero troppo onerosi e difficili da giustificare agli occhi dei donatori. «Eppure ci siamo immediatamente messi nelle mani di professionisti esperti di frodi econtiamo di lavorare al miglioramento dei controlli sulla gestione dei nostri fondi. Controlli, per altro, già abbastanza rigorosi».
Perché se c’è una cosa che a reso chiara questa ennesima truffa è che il mondo della finanza non risparmi proprio nessuno. E che, conclude il direttore di Agire: «oggi anche le onlus possono essere oggetto di frodi».

sabato 3 dicembre 2011

Truffa Onlus di Haiti per 9 milioni di euro Arrestato a Milano un imprenditore

Fonte: Il Fatto Quotidiano


L'indagine era nata dalla denuncia di una delle due associazioni, che si era rivolta alla società di investimenti di Bernardino Pasta per comprare titoli obbligazionari emessi da un istituto bancario inglese per oltre cinque milioni di euro.



Aveva aiutato due onlus impegnate a raccogliere fondi per i bambini di Haiti solo per truffarle: la Guardia di Finanza di Milano ha arrestato questa mattina Bernardino Pasta, responsabile di una società di investimento, con l’accusa di aver truffato due associazioni che avevano raccolto una somma pari a 9 milioni di euro destinata ai terremotati haitiani. Due anni fa, un terremoto di 7,3 gradi sulla scala Ricther, colpì Port-Au-Prince. Oltre all’arresto di Pasta, che in passato aveva aiutato finanziariamente Lele Mora, sono in corso perquisizioni locali nelle città di Milano, Roma e Napoli, nei confronti di cinque persone (per i reati di associazione a delinquere, truffa e falso) e l’esecuzione di un sequestro preventivo di un immobile e di un box auto dal valore di circa 600 mila euro, acquistati con parte dei proventi della truffa e successivamente intestati ad una società offshore riconducibile agli indagati.


L’indagine, coordinata dal pm Eugenio Fusco e dal procuratore aggiunto Francesco Greco, era nata dalla denuncia di una delle onlus, che si era rivolta alla società di investimenti di Pasta per comprare titoli obbligazionari emessi da un istituto bancario inglese per oltre cinque milioni di euro. Titoli che poi, si sono rivelati fittizi. Attraverso lo stesso meccanismo di frode, i cinque indagati avrebbero complessivamente ricevuto dai diversi investitori oltre nove milioni di euro. Il denaro proveniva in gran parte dalle raccolte fondi per le emergenze umanitarie e da donazioni occasionali ed era già stato destinato,ma non ancora materialmente erogato, in progetti pluriennali a favore di bambini e giovani in condizioni di povertà e disagio, avviati in diversi paesi europei, africani, asiatici e latino-americani.