domenica 6 marzo 2011

Beneficenza, tante truffe con successo e vere richieste inascoltate

di Lucia Pippi
Fonte:  luciapippi.com 

Le truffe sulla beneficenza sono sempre in agguato, ormai è noto. Gente che si spaccia per appartenenti alla Croce rossa,  o ad altre associazioni benefiche e chiede denaro, che so, per un pulmino per disabili piuttosto che per una scuola in un paese dal nome impronunciabile. Anzi. Ho risposto io ad una telefonata di un tale che chiedeva soldi per un abbonamento ad una rivista dei carabinieri, dato che l’Arma, secondo queste persone, era in difficoltà  economiche tali da non poter nemmeno pagare gli straordinari o garantire un pattugliamento del territorio adeguato per mancanza di macchine e di benzina. Ovviamente, non ci ho creduto nemmeno mezzo secondo. Così come non credo alle tante e-mail della vedova russa, francese o che diavolo ne so io, che chiede il numero del nostro conto corrente in cui far transitare una cospicua somma di denaro per evitare che gli eredi del marito  la lascino in mutande, promettendo, in cambio del favore, una cospicua ricompensa. E diffido anche di quelli che chiedono contributi per salvare questo o quel bambino malato che si trova, se tutto va bene, dall’altra parte del mondo. E’ chiaro, mi sono sempre detta che in questi casi chi manda queste e-mail non è il genitore del bambino, visto che non potrebbe mai speculare sulla pelle del proprio figlio inventandosi una malattia tanto assurda e una storia  tanto drammatica solo per far soldi. Invece no. La realtà in molti casi supera la fantasia. E c’è chi, pur di tirar su qualche euro, ha falsificato i certificati di malattia della propria bambina istruendola a dire cose non vere anche durante le interviste televisive. Con l’aiuto del marito e di un complice, la donna era riuscita a falsificare la documentazione medica, facendo credere che la figlia fosse affetta da una gravissima patologia al polmone, la cosiddetta “sindrome del lobo medio” riuscendo ad ottenere il riconoscimento dell’invalidità al 100%.    In realtà la bimba era stata ricoverata all’ospedale Gaslini di Genova per disturbi non gravi, ma era stata falsificata la cartella clinica.   La trasmissione “Le Iene” aveva sollevato dubbi sul caso e ieri, al termine di indagini svolte dalla Procura di Napoli, Luisa Pollaro, di 36 anni, madre della piccola, è stata arrestata con le accuse di truffa aggravata, falso ideologico per induzione di Pubblico Ufficiale e falso materiale. Indagati il marito, Vincenzo Ciotola, e un amico della coppia, Gianluca Scelzo, per i quali il gip ha respinto la richiesta di obbligo di firma chiesta dal pm Aldo Ingangi. Ad eseguire l’ordinanza sono stati gli agenti del commissariato di Fiumicino.   Durante le numerose “ospitate televisive” i due genitori avevano sostenuto che la figlia soffrisse di continue crisi respiratorie, e che per vivere necessitasse di un costoso intervento salvavita da eseguirsi in una clinica specializzata negli Stati Uniti. Si erano poi aggiunte serate di beneficienza in diverse regioni d’Italia, attraverso le quali i due erano riusciti a mettere in atto numerosissime truffe, in danno di cittadini, persone dello spettacolo ed enti pubblici.   Nel 2008, per promuovere la raccolta fondi, era nata l’ associazione “Assocentauri” con la creazione di un account su Facebook per aggiornare tutti gli utenti sulla situazione psico-fisica della bambina.   Numerose le donazioni, sia in denaro che in beni di svariata natura, fatte a favore della famiglia e accreditate direttamente nei conti correnti dei truffatori.    Poi nel 2007 una casa editrice aveva pubblicato il primo libro autobiografico scritto dalla bambina “Voglia di vita, i miei giorni in ospedale”, seguito dalla pubblicazione del secondo libro, scritto dalla madre, intitolato “La vita continua” nel 2009. Con le stesse modalità, la coppia era riuscita a ingannare i componenti della Commissione Invalidi Civili della Asl, ottenendo fin dall’aprile del 2005, un’ indennità di invalidità pari al 100%.    E’ stata un’agente del commissariato di Fiumicino, presente ad una serata di beneficienza dell’Associazione nel novembre 2009, a insospettirsi per il comportamento estremamente vivace della piccola che poco sembrava conciliare con la malattia “pubblicizzata”. Attraverso il raffronto con la documentazione originale delle cartelle cliniche degli ospedali e quella in possesso all’Associazione si sono subito riscontrate contraffazioni e falsificazioni. La magistratura ha disposto il blocco dei conti correnti intestati ai due genitori per un valore di 178mila euro. Sono state, inoltre, sequestrate migliaia di libri pronti alla vendita. Ecco. Io non ho mai visto questi genitori. Comunque mi sento di augurare loro una cosa: una bella malattia come quella che hanno tanto pubblicizzato per la loro figlia. Non alla bambina, me ne guardo bene! Lei non ha colpe, è solo nata da due elementi del genere che non meritano davvero niente. Magari, se gli capitasse davvero una cosa del genere, si renderebbero conto che la malattia è una cosa seria e non va bene speculare sulla buona fede e sulla commozione di tante persone. Perché chi ha figli che stanno male sul serio, e ne ho conosciuti tanti, anche indirettamente come i genitori di Chiara, a cui Pianeta Umbria ha dedicato una serie di servizi, la bambina di Foligno affetta da un malattia rarissima, chiedono molto poco e lo fanno con grande dignità. Nel caso di Chiara l’unica richiesta è quella di un parcheggio sotto casa per non creare troppi disagi alla bambina durante gli spostamenti. E lo hanno fatto con molta umiltà, con un sorriso talmente dolce che davvero è arrivato al cuore di ciascuno di noi, “Pianetelli umbri”. Una richiesta che, speriamo, il Comune accolga al più presto (anche perché noi gli stiamo col fiato sul collo e siamo pronti a sparare duro…). Come vedete, niente in confronto ai tanti soldi chiesti da questa donna schifosa e dal marito. E Chiara sta male sul serio e ha bisogno di tante cose… La storia di questa famiglia la trovate qui, nel video della puntata di Pianeta Umbria andata in onda il 14 gennaio scorso.  Come hanno detto Mirko e Serena in quell’occasione, leggendo un cartellone realizzato da Arianna: “Vogliamo un parcheggio per Chiara!”. E chi può farlo, glielo dia! Non è beneficenza, è solo il riconoscimento di un diritto ad un padre, ad una madre e a una bambina malata.

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