martedì 22 marzo 2011

Ricostruzione in Abruzzo, pesarese denunciata per tentata truffa

Fonte: Il Resto del Carlino


Si tratta di U. R. 45 anni, coinvolta nell'inchiesta sulle truffe per ottenere fondi comunitari destinati alle nuove imprese. Un altro pesarese era già stato segnalato lo scorso 10 marzo.

L’Aquila, 21 marzo 2011 - C'è anche una pesarese tra le due imprenditrici denunciate dal Nucleo Tributario dell'Aquila, per quello che rigurda l'inchiesta sulle truffe per ottenere fondi comunitari destinati alle nuove imprese delle aeree interessate dal sisma del 6 aprile. La Guardia di finanza è riuscita a bloccare in tempo l’erogazione dei fondi per un valore di 600mila euro.


Le due donne indagate sono U. R. 45enne di Pesaro e S.T. 50enne di Pescara. Entrambe avevano richiesto fondi alla Regione Abruzzo, rispettivamente per 453 e 146 mila euro, per l’avvio di un'attività di commercio all’ingrosso, per macchinari industriali e per una sala giochi e scommesse.


L'ideatore della truffa sempre C. S. 39enne di Pizzoli, già arrestato lo scorso 10 marzo dalla Guardia di finanza, per aver falsificato i documenti presentati alla Regione. Si tratterebbe di preventivi di spesa che avrebbero dovuto attestare gli investimenti necessari per l’avvio dell’attività. i documenti erano stati realizzati però all’insaputa delle imprese fornitrici: C.S. aveva infatti riprodotto fedelmente i loghi e le firme degli amministratori delle ditte.


L’indagine portata avanti dal Nucleo di polizia tributaria aquilana ha permesso di sventare tentativi di truffa per un milione di euro. Al momento risultano indagate sei persone, di cui una si trova agli arresti domiciliari.

Terremoto Giappone, attenti alle truffe

Di Paola Assanti
Fonte: Guadagno Risparmiando


Attenzione alle truffe on line, e non solo, riguardanti il devastante terremoto che ha colpito il Giappone qualche giorno fa. In queste occasioni, purtroppo, sono sempre presenti atti di sciacallaggio, e non mancano persone che desiderano trarre benefici daeventi drammatici come quello che ha colpito la popolazione nipponica. In caso dicatastrofi come quella giapponese, sono sempre innumerevoli le associazioni che portano avanti manifestazioni di solidarietà, chiedendo aiuto alla gente comune attraverso donazioni che vanno dal semplice sms del valore di 1, 2 o 5 euro, a donazioni più consistenti, ma sono poche quelle di cui realmente è possibile fidarsi. Come si fa a sapere se i nostri soldi verranno destinati a quello scopo? E’ questo l’allarme lanciato da Altroconsumo, perchè i soldi che servono per risollevare le sorti del Giappone sono davvero molti, ma ancora di più sono coloro che vogliono specularci.



Non crediamo che siate stupidi, ma pensiamo sia doveroso allertare la gente che in buona fede consegna anche solo un euro a gente che poi, di quel denaro, farà un uso differente da quello che crediamo. Si sconsiglia categoricamente di fidarsi dei gruppi nati su facebook (anche se alcuni possono avere le migliori intenzioni…) e che promuovono solidarietà per le vittime del terremoto, o di chi ci ferma per strada, o di mail in cui si legge che a spedirvela è una vittima giapponese che ha bisogno di aiuto. Se poi volete contribuire in qualche modo, ma volete avere delle credienziali sull’ente a cui volete donare il vostro denaro, potete constatarne la legittimità con l’Internal Revenue Service (IRS), Charity Navigator o il sito di donazioni Better Business Bureau.
E’ meglio concentrarsi su gruppi già conosciuti, come AmeriCares, Comitato di soccorso internazionale, Save the Children, Croce Rossa americana  e Croce Rossa italiana. Donare a queste associazioni è molto semplice, perchè spesso è necessario solo un sms o una telefonata. Per informazioni sulle donazioni in generale, consultate i siti internet inerenti le associazioni che vi abbiamo consigliato, così come altre accreditate e non menzionate, come Amnesty International ed Emergency. Diffidate, invece, particolarmente di internet e di siti che non conoscete, come ad esempio quelli nati da poco, magari pochi minuti dopo il terremoto in Giappone. Quando accadono catastrofi simili, succede che numerosi siti nascano improvvisamente con un denominatore comune, aiutare cioè chi è stato vittima del disastro, mentre organizzare veri e propri aiuti è ben diverso.

giovedì 17 marzo 2011

GIAPPONE. Scoperto sito-truffa per le donazioni

di Lorenzo Alvaro
Fonte: VITA

Lo ha intercettato Trend Micro, società specializzata in sistemi antivirus


Come nella vita reale anche in quella “virtuale” sul web non mancano i truffatori che hanno pensato di approfittare della solidarietà della gente per le vittime del terremoto e dello tsunami nipponico. La società Trend Micro, specializzata in sistemi antivirus, ha scoperto un sito di phishing dal nome japan.com che fingeva di raccogliere soldi per dare un aiuto alle popolazioni, colpite dal sisma. Creato con un sistema open-source di social networking Jcow 4.2.1, è ospitato su un indirizzo che si trova negli Stati Uniti. "Sfortunatamente i criminali informatici hanno a lungo approfittato dei disastri e delle catastrofi naturali per ottenere illeciti profitti - ha detto a IGN, testata online del Gruppo Adnkronos Rik Ferguson, Director Security Research Communication EMEA Trend Micro -. Pochi minuti dopo il terremoto abbiamo già visto che le ricerche online portavano a siti collegati al sisma con contenuti malevoli".


Oltre a ospitare un sito di phishing, i criminali informatici responsabili di questo attacco hanno anche sfruttato la funzione blog del sito web, inserendo post che assomigliano a pubblicità, forse con l’intenzione di migliorare la posizione del sito nelle ricerche online, Search Engine Optimization (SEO).


Gli attacchi informatici che fanno leva su catastrofi naturali, purtroppo non sono una novità. E' successo nel caso dell'uragano Katrina, del terremoto cinese del Sichuan e di quello di Haiti dell'anno scorso. Gli esperti di Trend Micro suggeriscono quindi agli utenti di fare molta attenzione a scegliere organizzazioni affidabili quando si tratta di fare una donazione.

mercoledì 16 marzo 2011

Un finto sito per donazioni al Giappone

Fonte: Corriere.it


In corso un tentativo di «phishing» sfruttando l'emozione suscitata dal terremoto: come non venire ingannati


Non dovrebbe mai accadere in occasioni simili. Eppure accade (ed è purtroppo già accaduto): c'è chi in Rete approfitta dell'emozione suscitata dalla tragedia giapponese per rubare soldi agli utenti. Lo fa realizzando al volo un sito che finge un a raccolta di fondi: si tratta in realtà di una manovra di phishing indirizzata a sfruttare la generosità altrui e nel modo peggiore. Non solo non si inviano i versamenti a chi ne ha bisogno, non soltanto si intascano quei soldi. Ma spesso si intaccano le barriere di sicurezza sulle identità elettroniche e bancarie (carte di credito in particolare) degli utenti, lasciando aperta la porta a ulteriori truffe. Le rilevazioni di società specializzate in sistemi anti virus e anti phishing permettono a volte di allertare gli utenti. Lo fa in questo caso Trend Micro: ha rilevato un sito di phishing che si spaccia per un sito di donazioni con l’obiettivo di raccogliere fondi destinati alle vittime del recente terremoto in Giappone. Il sito si chiama japan.com ed è creato utilizzando un sistema open-source di social networking Jcow 4.2.1. E’ ospitato su un indirizzo che si trova negli Stati Uniti. I criminali informatici responsabili di questo attacco hanno anche sfruttato la funzione blog del sito web, inserendo post che assomigliano a pubblicità, forse con l’intenzione di migliorare la posizione del sito nelle ricerche online dei motori di ricerca. Se vedete queste schermate (riportate nella pagina illustrativa della truffa in corso), non cascateci e chiudete subito la pagina web.

La Denuncia: false associazioni animaliste travestite per fare impresa

di Michele Visone
Fonte: Futuro e Libertà Salerno



Assocanili, nasce dall’esigenza di tutelare gli interessi del settore rispetto a luoghi comuni che generalizzando, non trovano riscontro in chi è impegnato seriamente e professionalmente nella gestione di strutture che ospitano i cani. Gli scopi e le finalità sono riscontrabili nello statuto e regolamento da cui si evince la volontà di rappresentare strutture che devono e non possono che avere una serie di requisiti che vanno al di là del protocollo autorizzativo. C’è un problema culturale, nell’interpretazione del canile, la cui esistenza e futuro deve avere ed ha un senso sociale rispetto ad un utilità ed interesse pubblico. I lager, sicuramente presenti in Italia, creano danni soprattutto a chi nel settore opera ed  ha obbiettivi finalizzarti alla trasparenza, professionalità ed al benessere degli animali. I nostri obbiettivi tengono conto del fatto che la società è cambiata e quindi un canile va concepito e finalizzato ad interpretare le tendenze della stessa. Il nostro impegno per la risoluzione del problema è finalizzato a creare le condizioni per  raggiungere l’obbiettivo della valorizzazione del cane, combattendo seriamente le strutture lager ( molte, troppe con le bandiere dell’associazionismo travestito o di imprenditori improvvisati amanti degli animali) e trasformare lo status del canile in un centro di valorizzazione della relazione uomo animale, definendo i servizi che deve predisporre, le professionalità di cui ha bisogno di che tipo di interfaccia debba avere con la comunità che va a servire, ammettendo che la presenza del canile sarebbe auspicabile così come per qualunque altro centro sociale. Favorire l’integrazione del cane facendo si che al canile spetta un compito importante nel dare servizi di preparazione alla pet- ownership, sia agendo sulla formazione dei cani, sia sulla formazione obbligatoria del personale, sia dando servizi di promozione e sostegno adottivo. Pertanto, il canile deve rappresentare un occasione con possibilità di diventare un centro servizi ed una valida opportunità per chi opera o si affaccia nell’ambito della relazione uomo-animale . L’esistenza di un canile o è in grado di dare un servizio di utilità sociale o la sua esistenza è inutile quanto addirittura dannosa.  I fatti dimostrano che c’è stata un evoluzione nel rapporto uomo-animale e sia superata la politica finalizzata alla sola tutela tanto che è chiaramente palese che le risorse per la risoluzione del problema vanno concentrate su una politica di valorizzazione ed integrazione sociale del cane. Bisogna trasformare il canile dalla visione dei cittadini da realtà oggettiva a risposta ad un problema oggettivo. Molti esperti ed autori hanno scritto in merito ( Marchesini, Masson ecc.) indicando la strada ed il senso, rispettivamente nella realizzazione e gestione di strutture- canile. Riteniamo il nostro ruolo, necessario alla collaborazione con Enti ed Istituzioni locali, Regionali e Nazionali ritenendo di poter avere proposte ed  un ruolo determinante, (unitamente alle Associazioni,  quelle vere) dal quale non si può prescindere nelle decisioni, legislative, normative e quant’altro, che investono il settore.  Infine e per concludere, crediamo ci sia una differenza e vada distinto,  chi si è  inventato un   progetto in seguito ad una grande  passione, con chi si inventa passioni finalizzate alla realizzazione di grandi progetti con l’unico scopo di usufruire di  fondi e finanziamenti pubblici. Il mondo dell’Associazionismo, o meglio del volontariato, è una parte tanto determinante quanto indispensabile nel nostro Paese ed doveroso tutelarne e valorizzarne  impegno e attività  .


Detto questo, , bisogna però, distinguere il mondo del volontariato con le Imprese chei nascondono l’attività imprenditoriale dietro la bandiera dell’Associazionismo, questo perché, per le ragioni appresso elencate, crediamo  si stiano confondendo i rispettivi ruoli, nei diritti e nei doveri.


IL PUNTO


Molte associazioni partecipano alle gare di appalto indette da Enti Pubblici, per il servizio di mantenimento dei cani randagi  innescando un meccanismo di sleale concorrenza , tenendo conto che le stesse usufruiscono di contributi pubblici, 5×1000, agevolazioni fiscali ecc,.ecc.


I NUMERI


CONTRIBUTI PUBBLICI DA DATI MINISTERIALI 2007/2008 ( non ci sono altri dati, chiaramente) :


€. 1.400.000,00 ALLE ASSOCIAZIONI
€. 3.640.000,00 AI COMUNI
€. 990.000,00 ALLE COMUNITA MONTANE
€. 670.000,00 AI CONSORZI E UNIONE COMUNI.
E’ DA TENER CONTO CHE L’80% DEI CANILI PUBBLICI ( QUINDI , COMUNI, COMUNITA’ MONTANE, CONSORZI E UNIONE DEI COMUNI) E’ GESTITO DA ASSOCIAZIONI PER CUI  SOLO DI CONTRIBUTI LE ASSOCIAZIONI USUFRUISCONO INTORNO AI 5.000.000,00 DI €. ( DATI MINISTERIALI) DA AGGIUNGERE AI CONTRIBUTI REGIONALI E DEI COMUNI CHE OGNI ANNO VENGONO ELARGITI PER IPOTETICHE CAMPAGNE DI ADOZIONE, SENSIBILIZZAZIONE, MANIFESTAZIONI ECC. ECC. CHE SONO ALTRETTANTE.


CANILI PRESENTI IN ITALIA DA 350 A 400


Cani randagi presenti nelle strutture – oltre 700.000


cani registrati all’anagrafe nazionale cira 6.000.000


cifra di affari per i soli canili  €.500.000.000


IL 70% DELLA CIFRA DI CUI SOPRA E GESTITA solo Dalle associazioni animaliste oltre i contributi di cui sopra, 5 x1000, richieste contributi con petizioni o sottoscrizioni ai cittadini ecc. ecc.


FORZA LAVORO IMPIEGATA CIRCA 1800-2000  ( COMPRESI 350-400  VETERINARI LIBERI PROFESSIONISTI ) UNITA’ DI CUI L’80% IMPIEGATA NELLE STRUTTURE PRIVATE IN QUANTO LE ASSOCIAZIONI NON CONTRIBUISCONO NELL’OCCUPAZIONE AVVALENDOSI DI STRATEGIE COME QUELLE DEI RIMBORSI SPESA ECC. ECC.


DA TENER CONTO CHE PER LE ASSOCIAZIONI LE TASSE SONO UN ACCESSORIO PER CUI I SOLITI BILANCI A PAREGGIO SONO L’ARTE CHE LI CONTRADDISTINGUE.




La Giurisprudenza  non ha avuto un costante orientamento in merito definendo in alcuni casi legittima ed altri illegittima la partecipazione ad una procedura basata sulla comparazione delle offerte con criteri concorrenziali di convenienza tecnica-economica .


Le ditte che partecipano alle gare hanno l’obbligo di possedere una serie di requisiti tecnico-economici ( D.lgs 163/2006) il cui raggiungimento ha comportato una serie di investimenti rilevanti senza  tener conto delle risorse umane impiegate e professionalmente formate, da garantire per l’esecuzione dei servizi in questione. Sotto questo profilo, oltre al fatto che il personale volontario, in quanto non dipendente, non può garantire e non garantisce la presenza e quindi il servizio, lo stesso viene adibito allo svolgimento delle prestazioni senza un costo o quantomeno incidente sulla formulazione dell’offerta.


Quindi  contributi pubblici, 5×1000, detassazioni, esonero IVA (20%), volontariato non dipendente, esonero di capacità tecnico-economiche, presenza nelle commissioni di settore in Enti Pubblici, nazionali, regionali, provinciali e locali che legiferano ed incidono sulle linee guida relative all’attività ecc ecc ecc.. Il punto è: visto quanto sopra è opportuno che anche le società si costituiscono in Associazioni di Volontariato, tenuto conto che tanti vantaggi siano un ottima ragione di convenienza? Quasi quasi ci pensiamo


Inoltre, tenuto conto che le strutture chiuse per maltrattamenti o cattiva gestione degli animali ospitati per il 50% dei casi sono gestite da Associazioni di volontariato ( chiaramente travestite, vista la convenienza) si può e si deve dedurre che oltre alle garanzie non offerte richieste dalla  legge rispetto alla qualità del servizio, il principio che si vuol far passare di maggior garanzia da parte delle associazioni nel servizio di gestione animali,  non trova riscontro nella realtà.


Le società operanti nel settore, hanno impegnato numerose risorse economiche ed umane, per competere sul mercato in modo professionale e trasparente. Riteniamo il mondo del volontariato necessario alla partecipazione per  la tutela e prevenzione del randagismo e legittima l’erogazione a favore di esse di contributi pubblici. Consideriamo illegittimo l’utilizzo di tali fondi a scopo e finalità concorrenziali con il risultato della  perdita di lavoro da parte di personale impiegato nelle società operanti nel settore.


I tentativi da parte di animalisti travestiti, di occupare il mercato sono noti e chiari a tutti. Basta vedere l’ordinanza dell’On. Martini da noi impugnata con successo, la quale aveva l’obbiettivo di ridurre la presenza dei cani nei canili ad un limite di 200 unità non per tirarli fuori dagli stessi ma per far realizzare tante strutture ai suoi amici animalisti travestiti con fondi pubblici anche perché, non a caso, l’ordinanza, chiaramente, prevedeva che nell’affidamento del servizio fossero privilegiate le Associazioni rispetto alle Società. ( l’esecutività dell’ordinanza avrebbe creato la necessità di realizzare  oltre 200 strutture subito). E’ notizia dell’ultima ora, che l’On Martini presenterà un D.lgs. che contiene tutto ciò che aveva previsto nell’ordinanza di cui sopra,  , tutto questo sempre in collaborazione con la sola e solita parte ( i soliti rappresentanti di Associazioni SPA) escludendo dal tavolo la rappresentanza del settore. La strategia è ovvia, far proprio ed intercettare un falso associazionismo per veicolarne finanziamenti e ricavarne voti. Il vero Associazionismo Italiano subisce tale situazione , non ha la forza e gli strumenti per contrastare tale imposizione ed ancora peggio ,il loro lavoro, viene utilizzato come strumento mediatico vendendo  attività mai realmente svolte.


Gli interventi seri per la risoluzione del problema non vogliono essere presi in considerazione perché inciderebbero sugli interessi di chi si nasconde dietro le Associazioni per interessi economici e accesso a fondi pubblici. Noi abbiamo proposte per risolvere il problema “lagher”,  e sono solo ed esclusivamente a garanzia del benessere animale .Non le accetterebbero mai. Nessun rappresentante del settore è presente nelle commissioni relative al settore stesso, caso unico forse nel mondo ed ancora più singolare è che il mondo degli Animalisti travestiti è sempre presente e incide , della serie “E BELLO VINCERE FACILE. In Campania , poi, le nomine nella Commissione Diritti Animali della Regione , malgrado ricorsi puntualmente accolti, si continua a gestire in modo quasi privatistico ,con un attenzione capillare “ chiaramente casuale” nella (non) selezione  di eventuali oppositori alle linee del gruppo “gestionale”.


ASSOCANILI


IL SEGRETARIO NAZIONALE


Michele Visone

sabato 12 marzo 2011

Terremoto in Abruzzo, imprenditore arrestato per tentata truffa Denunciato pesarese

Secondo le indagini l'imprenditore avrebbe ottenuto dall'UE la somma di 500mila euro per favorire in città insediamenti industriali. L'amministratore delegato della ditta pesarese coinvolta è stato denunciato.
Fonte: Il Resto del Carlino



L'Aquila, 11 marzo 2011 - Primo arresto a L’Aquila nell’ambito della ricostruzione post-terremoto. I militari del Nucleo di polizia tributaria delle Fiamme Gialle dirette dal tenente colonnello Leonardo Matera, hanno arrestato oggi con l’accusa di tentata truffa, un imprenditore aquilano, C.S.


Secondo le indagini l’imprenditore avrebbe ottenuto dall’Unione europea la somma di 500mila euro per favorire in città nuovi insediamenti industriali. L’uomo avrebbe presentato documentazione falsa. L’arresto è scattato su disposizione del Gip del Tribunale dell’Aquila per il pericolo di reiterazione del reato da parte dell’imprenditore. Maggiori dettagli dell’operazione, che è ancora in corso, saranno forniti dagli investigatori nel pomeriggio.


L’arresto dell’uomo, ai domiciliari, è avvenuo su disposizone del gip del Tribunale del capoluogo, Giuseppe Romano Gargarella, su richiesta del pm Roberta D’Avolio. L’indagato, che ha 39 anni, è di Pizzoli (L’Aquila) ma risiede a Ortona (Chieti). Il provvedimento cautelare giunge all’esito di indagini svolte dai Finanzieri in materia di indebite percezioni di finanziamenti pubblici destinati al sostegno della ripresa economica nelle aree del 'cratere sismico'.


All’imprenditore arrestato è stato contestato il reato continuato di tentata truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, in concorso con altri. Nel mese di dicembre dello scorso anno, la Guardia di Finanza aveva denunciato all’Autorità Giudiziaria l’imprenditore tratto ora in arresto, in relazione ad un tentativo, individuato e sventato, di truffa per conseguire analoghi fondi per un ammontare di oltre 200.000 euro. Si ricorderà che i Finanzieri avevano scoperto che egli aveva richiesto l’erogazione dei contributi, utilizzando documentazione materialmente falsa per dissimulare l’esistenza ed operatività di due nuove realtà aziendali a L’Aquila, nei settori dell’informatica e della consulenza d’impresa.


Prestanome delle aziende risultò una ex ballerina di night, K.D. di 25 anni, di origine lituana, residente a Pescara. Le ulteriori indagini di polizia giudiziaria, finanziarie e contabili svolte dal Nucleo di Polizia Tributaria di L’Aquila, sotto la direzione del Procuratore della Repubblica Alfredo Rossini e del sostituto procuratore Roberta D’Avolio e supportate dal rinvenimento, nel corso di diverse perquisizioni, di documentazione compromettente, nonchè dalle dichiarazioni di diversi soggetti sentiti in atti, hanno rivelato che l’imprenditore arrestato aveva ideato e posto in essere almeno un altro, analogo, tentativo di percepire indebitamente tali fondi, ancora per un importo di 200.000 euro.


A fattor comune con la prima truffa sventata è stata riscontrata, ancora una volta, la falsità materiale della documentazione allegata all’istanza di ammissione al beneficio che avrebbe dovuto attestare gli investimenti necessari per avviare la nuova attività, nel territorio aquilano, di una società pesarese operante nel settore del noleggio di autovetture e veicoli commerciali. Della nuova impresa, tuttavia non è stata trovata traccia nella sede dichiarata.


L’amministratore della società pesarese, C.A. di 54 anni di Pesaro, è stato pertanto denunciato, a piede libero ed in concorso con l’arrestato, per lo stesso reato. La scoperta di questo ulteriore illecito tentativo di accedere ai finanziamenti erogati dall’Unione Europea, ha fatto sì che l’Autorità giudiziaria emettesse il provvedimento cautelare personale, in relazione al pericolo di reiterazione del reato ed inquinamento del quadro probatorio.

lunedì 7 marzo 2011

8 x 1000: sicuri di fare beneficenza?

di Francesca De Benedetti
Fonte: quellidellarosa.it


Su un’entrata di circa 1000 milioni di euro di disponibilità, solo 1/5 dell'8x1000 alla Chiesa cattolica - circa 200 milioni - viene destinato allo scopo pubblicizzato caritativo-assistenziale. Come mai allora fino a poco tempo fa le pubblicità della Chiesa erano incentrate proprio sull’aspetto caritativo?



Chi di noi non ha mai visto in tv uno spot per l’8×1000 alla Chiesa cattolica?
Pochi avranno avuto invece l’occasione di dare un’occhiata ai dati sul sostegno economico alla Chiesa cattolica e sull’utilizzo che ne viene fatto. Perciò voglio mettere a disposizione di tutti i dati (Fonte: Annale 2008 “Chiesa in Italia” de “Il Regno”) riferiti a tre annate, dal 2005 al 2007.
Stando ai numeri, un miliardo di euro (mille milioni di euro) è stato l’ammontare approssimativo annuo dell’8×1000 alla Chiesa cattolica. La quota di 8×1000 destinata direttamente a scopi assistenziali e caritativi è però marginale.

Il meccanismo è nato a metà ’80 sostituendo il sistema della “congrua” (http://it.wikipedia.org/wiki/Assegno_di_congrua) e i benefici a sostegno redditizio del clero, la cui remunerazione media lorda mensile è di circa 1.100 euro a testa (Remunerazione media lorda mensile 2005 1.084,5 2006 1.122,3 2007 1.146,54).
Su un’entrata di circa 1000 milioni di euro di disponibilità, solo 1/5 dell’8×1000 alla Chiesa cattolica – circa 200 milioni – viene destinato allo scopo pubblicizzato caritativo-assistenziale. Come mai allora fino a poco tempo fa le pubblicità della Chiesa erano incentrate proprio sull’aspetto caritativo? Un problema sollevato anche internamente dalla Caritas e a cui ha fatto seguito la scelta di mostrare preti che facevano la carità (visto che gran parte della quota è rivolta al loro sostentamento). Nonostante l’Assemblea dei vescovi abbia deciso di riorientare i contenuti, rimane comunque al centro degli spot l’elemento caritativo.
La destinazione dell’8×1000 veniva così distribuita nel 2005, 2006, 2007 (cifre in milioni di euro):
dati
Diversa è la scelta ad esempio della Chiesa valdese, che ha inteso rivolgere tutto il ricavato dall’8×1000 a scopo assistenziale, caritativo e in progetti per lo sviluppo. I dati su http://www.chiesavaldese.org/pages/finanze/2005/rendiconto2005.php
L’Italia è l’unico caso al mondo in cui la quota “non destinata” (cioè di chi non fa una scelta precisa su a chi destinare il suo 8×1000, e che raggiunge il 60% circa) viene distribuita in modo proporzionale (quindi, anche di questa quota, una buona fetta viene rivolta di fatto alla Chiesa cattolica).
Per approfondimenti http://www.uaar.it/laicita/otto_per_mille/

domenica 6 marzo 2011

Beneficenza, tante truffe con successo e vere richieste inascoltate

di Lucia Pippi
Fonte:  luciapippi.com 

Le truffe sulla beneficenza sono sempre in agguato, ormai è noto. Gente che si spaccia per appartenenti alla Croce rossa,  o ad altre associazioni benefiche e chiede denaro, che so, per un pulmino per disabili piuttosto che per una scuola in un paese dal nome impronunciabile. Anzi. Ho risposto io ad una telefonata di un tale che chiedeva soldi per un abbonamento ad una rivista dei carabinieri, dato che l’Arma, secondo queste persone, era in difficoltà  economiche tali da non poter nemmeno pagare gli straordinari o garantire un pattugliamento del territorio adeguato per mancanza di macchine e di benzina. Ovviamente, non ci ho creduto nemmeno mezzo secondo. Così come non credo alle tante e-mail della vedova russa, francese o che diavolo ne so io, che chiede il numero del nostro conto corrente in cui far transitare una cospicua somma di denaro per evitare che gli eredi del marito  la lascino in mutande, promettendo, in cambio del favore, una cospicua ricompensa. E diffido anche di quelli che chiedono contributi per salvare questo o quel bambino malato che si trova, se tutto va bene, dall’altra parte del mondo. E’ chiaro, mi sono sempre detta che in questi casi chi manda queste e-mail non è il genitore del bambino, visto che non potrebbe mai speculare sulla pelle del proprio figlio inventandosi una malattia tanto assurda e una storia  tanto drammatica solo per far soldi. Invece no. La realtà in molti casi supera la fantasia. E c’è chi, pur di tirar su qualche euro, ha falsificato i certificati di malattia della propria bambina istruendola a dire cose non vere anche durante le interviste televisive. Con l’aiuto del marito e di un complice, la donna era riuscita a falsificare la documentazione medica, facendo credere che la figlia fosse affetta da una gravissima patologia al polmone, la cosiddetta “sindrome del lobo medio” riuscendo ad ottenere il riconoscimento dell’invalidità al 100%.    In realtà la bimba era stata ricoverata all’ospedale Gaslini di Genova per disturbi non gravi, ma era stata falsificata la cartella clinica.   La trasmissione “Le Iene” aveva sollevato dubbi sul caso e ieri, al termine di indagini svolte dalla Procura di Napoli, Luisa Pollaro, di 36 anni, madre della piccola, è stata arrestata con le accuse di truffa aggravata, falso ideologico per induzione di Pubblico Ufficiale e falso materiale. Indagati il marito, Vincenzo Ciotola, e un amico della coppia, Gianluca Scelzo, per i quali il gip ha respinto la richiesta di obbligo di firma chiesta dal pm Aldo Ingangi. Ad eseguire l’ordinanza sono stati gli agenti del commissariato di Fiumicino.   Durante le numerose “ospitate televisive” i due genitori avevano sostenuto che la figlia soffrisse di continue crisi respiratorie, e che per vivere necessitasse di un costoso intervento salvavita da eseguirsi in una clinica specializzata negli Stati Uniti. Si erano poi aggiunte serate di beneficienza in diverse regioni d’Italia, attraverso le quali i due erano riusciti a mettere in atto numerosissime truffe, in danno di cittadini, persone dello spettacolo ed enti pubblici.   Nel 2008, per promuovere la raccolta fondi, era nata l’ associazione “Assocentauri” con la creazione di un account su Facebook per aggiornare tutti gli utenti sulla situazione psico-fisica della bambina.   Numerose le donazioni, sia in denaro che in beni di svariata natura, fatte a favore della famiglia e accreditate direttamente nei conti correnti dei truffatori.    Poi nel 2007 una casa editrice aveva pubblicato il primo libro autobiografico scritto dalla bambina “Voglia di vita, i miei giorni in ospedale”, seguito dalla pubblicazione del secondo libro, scritto dalla madre, intitolato “La vita continua” nel 2009. Con le stesse modalità, la coppia era riuscita a ingannare i componenti della Commissione Invalidi Civili della Asl, ottenendo fin dall’aprile del 2005, un’ indennità di invalidità pari al 100%.    E’ stata un’agente del commissariato di Fiumicino, presente ad una serata di beneficienza dell’Associazione nel novembre 2009, a insospettirsi per il comportamento estremamente vivace della piccola che poco sembrava conciliare con la malattia “pubblicizzata”. Attraverso il raffronto con la documentazione originale delle cartelle cliniche degli ospedali e quella in possesso all’Associazione si sono subito riscontrate contraffazioni e falsificazioni. La magistratura ha disposto il blocco dei conti correnti intestati ai due genitori per un valore di 178mila euro. Sono state, inoltre, sequestrate migliaia di libri pronti alla vendita. Ecco. Io non ho mai visto questi genitori. Comunque mi sento di augurare loro una cosa: una bella malattia come quella che hanno tanto pubblicizzato per la loro figlia. Non alla bambina, me ne guardo bene! Lei non ha colpe, è solo nata da due elementi del genere che non meritano davvero niente. Magari, se gli capitasse davvero una cosa del genere, si renderebbero conto che la malattia è una cosa seria e non va bene speculare sulla buona fede e sulla commozione di tante persone. Perché chi ha figli che stanno male sul serio, e ne ho conosciuti tanti, anche indirettamente come i genitori di Chiara, a cui Pianeta Umbria ha dedicato una serie di servizi, la bambina di Foligno affetta da un malattia rarissima, chiedono molto poco e lo fanno con grande dignità. Nel caso di Chiara l’unica richiesta è quella di un parcheggio sotto casa per non creare troppi disagi alla bambina durante gli spostamenti. E lo hanno fatto con molta umiltà, con un sorriso talmente dolce che davvero è arrivato al cuore di ciascuno di noi, “Pianetelli umbri”. Una richiesta che, speriamo, il Comune accolga al più presto (anche perché noi gli stiamo col fiato sul collo e siamo pronti a sparare duro…). Come vedete, niente in confronto ai tanti soldi chiesti da questa donna schifosa e dal marito. E Chiara sta male sul serio e ha bisogno di tante cose… La storia di questa famiglia la trovate qui, nel video della puntata di Pianeta Umbria andata in onda il 14 gennaio scorso.  Come hanno detto Mirko e Serena in quell’occasione, leggendo un cartellone realizzato da Arianna: “Vogliamo un parcheggio per Chiara!”. E chi può farlo, glielo dia! Non è beneficenza, è solo il riconoscimento di un diritto ad un padre, ad una madre e a una bambina malata.

venerdì 4 marzo 2011

Cinque per mille, nel 2009 "premiati" oltre 27 mila enti

Fonte: Azzurratv


L’Agenzia delle Entrate ha reso noti beneficiari e importi del 5 per mille relativo all’anno 2009.
Sono state 31.899 le associazioni di volontariato, le onlus, le associazioni di promozione sociale, le associazioni e fondazioni riconosciute che si sono iscritte. Di queste, 28.396 sono state ammesse (dunque, sono 3.493 gli esclusi per mancata o tardiva presentazione della documentazione o per carenza di presupposti. Un dato comunque in calo, visto che nel 2008 gli esclusi furono 7.227) e 27.269 hanno ricevuto importi in base alle scelte dei contribuenti.
Sempre nel 2009, 427 sono di enti di ricerca scientifica e dell’Università iscritti, oltre a 93 enti della ricerca sanitaria e 5.855 associazioni sportive dilettantistiche riconosciute dal Coni. Oltre a ciò, hanno ricevuto preferenze per le attività sociali svolte anche 7.861 comuni.

L’importo complessivo del cinque per mille 2009 è di 420 milioni di euro. Agli enti di volontariato sono andati in totale 267.767.761,65 euro (di cui 242.229.118,98 frutto di scelte espresse e 25.538.642,67 derivanti dalle scelte generiche).
Agli enti di ricerca scientifica sono andati oltre 63 milioni di euro (63.636.489,69), ai 93 enti di ricerca sanitaria ben 61.335.494,47 euro; ai comuni oltre 13 milioni di euro; alle associazioni sportive dilettantistiche, infine, oltre 6 milioni di euro.
In generale, il 5 per mille si sta dunque consolidando, come risulta anche dal confronto con gli anni precedenti. Complessivamente, continuano a crescere sia le somme da erogare, 14,5 milioni in più rispetto al 2008, sia il numero dei contribuenti che hanno "esplicitato" la loro preferenza, quasi 1 milione in più.Nel 2009, infatti, i contribuenti che hanno espresso la loro preferenza per un settore di attività o per un singolo ente sono stati 15.476.007 (i due terzi delle scelte vengono espresse con l’utilizzo del modello 730).

Come negli anni precedenti, le scelte espresse dai contribuenti sono convogliate in gran parte su un limitato numero di enti, particolarmente noti per le loro attività svolte e capaci dunque di avere una grande visibilità. Di conseguenza anche gli importi si polarizzano su pochi enti del volontariato, della ricerca scientifica e sanitaria. 
Per ciò che concerne il volontariato, in testa alla lista degli importi troviamo: Medici senza Frontiere (9.936.974,92 euro), Emergency (8.074.262,57), Unicef Italia (6.859.559,21), Associazione italiana per la ricerca sul cancro (6.590.034,31), Ail (5.300.511,27), Acli (4.145.094,52), Lega del Filo d’Oro (3.840.936,11), Auser (3.508.058,47), Fondazione Ant Italia (2.711.445,17), Fondazione piemontese per la ricerca sul cancro (2.437.755,12).
Queste le prime dieci della graduatoria. Sempre per ciò che concerne il volontariato, va detto che sono 24 gli enti che hanno ricevuto più di un milione di euro; ben 41 inoltre hanno ricevuto sopra il mezzo milione di euro.
Di più: le prime 25 associazioni hanno beneficiato di quasi 73 milioni di euro (72.942.959,36), che rappresenta il 27,24% del totale. Le prime 100 associazioni, invece, hanno beneficiato di oltre 102 milioni (102.391.526,68), pari al 38,24% del totale.

In generale, però, gli importi medi assumono ben altra dimensione: dai conteggi effettuati dall’Agenzia delle Entrate, infatti, si rileva che la media degli importi è di 27,14 euro. Per il solo volontariato la media è di 27,58 euro, non distante da quella del 2008 (quando la media fu di 28,36 euro) e del 2007 (27,14).