di Gian Marco Chiocci
Fonte: Il Giornale.it
L’inchiesta che imbarazza l’ex presidente pd della Provincia Villani
nostro inviato a Salerno
Il «cerchio» è quello che si sta stringendo attorno ai piani alti della politica salernitana. E di «magico», in questa storia, ci sarebbe solo il talento nell’arraffare fondi pubblici stanziati per improponibili onlus, e in realtà «stornati» per esigenze politiche personali.
Il centrosinistra di qua come la Lega di Belsito di su, ironizzano gli addetti ai lavori stando a quel che traspare dalle indagini sulle centinaia di migliaia di euro spesi per la (fallimentare) campagna elettorale in lista pro Pd dell’ex presidente della Provincia, Angelo Villani, già 11 mesi ai domiciliari per una bancarotta, nato politicamente con la Margherita, dato oggi vicino all’Udc. Fondi neri «raccolti» dai suoi più stretti collaboratori e da una cricca di prestanome e parenti a loro collegati a costo di dissanguare le casse dell’Ente già dal giorno dopo l’insediamento. Il meccanismo, svelato da un’inchiesta con 21 indagati e 5 arrestati (tra cui l’ex Margherita, suo strettissimo collaboratore, Vittorio Aliberti) era semplice: funzionari della Provincia compiacenti autorizzavano contributi fino a cinque zeri a onlus fantasma per progetti di utilità sociale e di rilancio del territorio.
Iniziative raffazzonate, copiate anche dal web, o addirittura inesistenti o con titoli che sembrano usciti dalla penna di un burocrate pazzo (12mila euro per la «Campagna di sensibilizzazione del ruolo della donna nella società moderna rafforzando il ruolo della donna nelle società tradizionali europee per vedere riconosciuti i diritti politici e sociali nelle forme ufficiali raggiungendo stati ottimali in cui le donne godano pienamente dell’eguaglianza giuridica rispetto agli uomini»). I contributi, quasi tutti provenienti dal settore Presidenza, spesso erano consegnati in contanti. E talvolta capitava che le medesime somme fossero bonificate sui conti correnti dei funzionari che li avevano autorizzati. Tutto questo è accaduto durante il regno di Villani, dal 2005 al 2009.
Alcuni indagati, come la cognata di Aliberti, Sabrina Primaverile, hanno già iniziato a vuotare il sacco davanti ai giudici. La donna ha confermato che una parte del tesoretto è stata utilizzata per finanziare la volata dell’ex presidente alle ultime provinciali, perse contro lo sfidante Edmondo Cirielli. Un’altra indagata, Giovanna Musumeci, a verbale racconta cose devastanti, intervallate a malori e a lunghissimi omissis.
«Quando fui coinvolta nelle vicende del capitolo di bilancio Borsa Mediterranea - dice - assistetti a un colloquio tra Calenda, (omissis) e Vittorio Aliberti: i tre discutevano su questi soldi che servivano all’imminente campagna elettorale del maggio 2009. Calenda disse che quel capitolo non si poteva toccare, la destinazione era vincolata. Sapendo che Villani non avrebbe vinto le elezioni immaginava che il successivo presidente si sarebbe subito accorto dell’indebito utilizzo del capitolo». Cosa che puntualmente avvenne. Il successore, Edmondo Cirielli, quota Pdl, trovò ammanchi pazzeschi e denunciò tutto. «Successivamente il colloquio proseguì tra (...) e Calenda nella stanza di quest’ultimo - continua a verbale la Musumeci - (...) nel corso del quale il Calenda ribadì quanto già affermato dal (...) con riferimento all’inopportunità dell’utilizzo dei fondi “Borsa Mediterranea” per la campagna elettorale. Voglio chiarire che non si parlò di acquisto di materiale pubblicitario tipico delle campagne elettorali. Si capiva che trattavasi di elargizione da effettuare in occasione della campagna elettorale onde garantire il riscontro elettorale al Presidente uscente».
Alle sue rimostranze, le venne risposto che «tali erano stati gli ordini del Presidente, le determine venivano firmate, i fondi c’erano, e poi si sarebbe visto». Gli accertamenti dei pm puntano a scoprire il livello di copertura politica (Villani non è indagato) per elargizioni a raffica con motivazioni singolari: dai 9mila euro per «la storia e l’evoluzione del servizio postale nel trascorrere dei tempi», ai 53mila dell’iniziativa «Bracigliano in cartolina», fino ai 257mila euro per una «inesistente associazione onlus».
(ha collaborato Simone Di Meo)
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