di Letizia Tortello
Fonte La Stampa
Quasi 87 mila ore di lavoro, per 38 progetti, valgono 1,3 milioni di euro.
TORINO
Quanto vale il lavoro di un volontario? La domanda sembra un controsenso: il volontariato esiste proprio perchè non è pagato. La solidarietà vale molto di più di qualunque moneta. Eppure, facendo due calcoli sulla base dei parametri Istat e dei salari dei dipendenti delle cooperative sociali, anche il tempo trascorso in compagnia di un anziano, ad aiutare un disabile, un malato in ospedale, a servire un senzatetto ha un peso economico. Un valore aggiunto inimmaginabile: 1,3 milioni di euro, ogni 87 mila ore di «lavoro».
Una fonte di ricchezza insostituibile per l’intera collettività. Secondo una ricerca di Camera di Commercio e Idea Solidale, investire in volontariato conviene: si quadruplica il finanziamento iniziale. L’indagine è stata condotta a partire da una rosa di 38 progetti realizzati nell’ambito socio-assistenziale e cofinanziati nel 2009 dal Centro di Servizi della Provincia. Un campione di 40 professionalità diverse, che hanno fornito servizi spesso fondamentali di assistenza, con la peculiarità che nessuno degli operatori è stato remunerato.
«Il nostro aiuto è cruciale proprio perchè va a integrare e non a sostituire il servizio pubblico», spiega Luciano Dematteis, presidente di Idea Solidale. Sarebbe un grave errore considerare il volontariato come un’opportunità per rimpiazzare quelle prestazioni che gli ospedali e le amministrazioni faticano a sovvenzionare. «C’è una soglia democratica che non va superata - aggiunge Dematteis -, i volontari non sono lavoratori specializzati».
La capacità moltiplicatrice degli investimenti, per chi sostiene le associazioni del terzo settore, però, non può essere negata. «Oltre agli aspetti etici e relazionali, esiste un plus economico che da ora in avanti va considerato», aggiunge Aldo Romagnolli, presidente dell’Osservatorio sull’economia civile della Camera di Commercio.
Il volontariato, insomma, non è solo una «risorsa preziosa, in tempi di tagli drastici, soprattutto alle politiche sociali - puntualizza l’assessore provinciale Mariagiuseppina Puglisi -, ma ormai una necessità». L’esercito silenzioso dei volontari è portatore prima di tutto di un incalcolabile valore umano. Conta esperienze straordinarie come quella dei nonni vigile, un’invenzione di cui molte scuole oggi non riescono più a fare a meno, o di quei tanti giovani al servizio di anziani e disabili. «Non comparse, ma veri protagonisti dei nostri centri di assistenza», racconta Paolo Pissia, coordinatore dei volontari del Cepim (Centro persone Down).
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