mercoledì 10 aprile 2013

La truffa della beneficenza

di g.maz
Fonte: Corriere della Calabria



Gli inquirenti hanno ricostruito come agiva l'organizzazione cosentina. Pettorine e brochure su attività benefiche ma i soldi venivano divisi tra i sodali

Una vera e propria organizzazione criminale dedita alle truffe. Così il gip di Cosenza Enrico Di Dedda definisce le due onlus di Rende “Il Sorriso” e “Il Cuore”. Il sistema era semplice quanto ignobile, i membri delle due associazioni si presentavano come volontari intenti a raccogliere fondi per finalità assistenziali. I soldi così raccolti, invece di essere destinati ad attività benefiche, finivano direttamente nelle tasche dei sodali del gruppo. Grazie a una lunga attività investigativa i carabinieri del Comando provinciale di Cosenza sono riusciti a ricostruire le modalità con cui agiva il gruppo. I luoghi prescelti erano soprattutto i centri commerciali, in Calabria ma non solo. La presenza dei finti volontari è stata segnalata a Siracusa, Olbia, Catania, Casalecchio di Reno (Bologna), Valmontone (Roma), Verona, Brescia e Mantova. Le “vittime” venivano avvicinate dai membri dell'organizzazione che si presentavano in coppie indossando delle pettorine con la scritta “Volunteer”. Ai potenziali donatori venivano mostrate brochure in cui erano illustrati gli scopi benefici dell'attività, la sede dell'associazione, il sito web, i recapiti telefonici. Tutto, almeno  all'apparenza, in regola. Se gli ignari cittadini, convinti di fare beneficenza, effettuavano una donazione in cambio ottenevano una ricevuta con l'importo versato. Quei denari, però, finivano per scopi molto meno nobili. «Le intercettazioni telefoniche e gli accessi bancari e postali – scrive il gip nell'ordinanza – hanno ampiamente dimostrato come le somme raccolte per la beneficenza fossero divise, scorporate le spese vive, tra gli organizzatori del sodalizio fraudolento e i loro adepti».
Al vertice del gruppo ci sarebbe stato, secondo le accuse, Sandro Daniele. Era lui a mettere a disposizione la base logistica dell'associazione ospitata nella palestra “Scorpion Health Club” a Rende. Per gli inquirenti era sempre Daniele a fornire «ai sodali il denaro necessario per le spese di viaggio, di vitto e di soggiorno, nonché i mezzi per raggiungere le diverse città». Nelle sue mani finivano, poi, «i proventi delle singole truffe perpetrate».

Nessun commento:

Posta un commento