Fonte: affaritaliani
L’avvento di internet, il suo consolidamento e, in tempi più recenti, l’evoluzione dei telefoni cellulari e degli smartphone hanno stravolto il mondo delle donazioni. Non più eventi pubblici, incontri, dibattiti: oggi il fundraising vive on line. Ma questo nuovo fenomeno ha luci e ombre, evidenziate da Elena Bellio, Luca Buccoliero e Giorgio Fiorentini dell’Università Bocconi nella ricerca “Creare valore per le organizzazioni non profit: fundraising e telefonia mobile” (un riassunto è pubblicato nella rivista Areté, n. 3/2011).
Secondo i ricercatori - che hanno illustrato i risultati durante la presentazione delle “Linee guida per le buone prassi e la raccolta dei fondi nei casi di emergenza umanitaria” - a oggi il 14% delle charities sta già utilizzando i telefoni cellulari come strumento di comunicazione, mentre un 30% è interessato a entrare in gioco. “Il mondo mobile - spiegano - si sta rivelando un incredibile laboratorio di innovazione digitale, che consente di sviluppare una campagna di raccolta fondi minimizzando i costi, ma aumentando il più possibile i ricavi”.
Sono molti i possibili sistemi di “mobile fundraising” disponibili oggi, ma il più comune resta l’sms solidale, che prevede l’addebito della donazione nel conto telefonico o, meno frequente, sulla carta di credito. “Ad oggi – riferiscono i ricercatori – l’sms solidale è diventato un servizio indifferenziato e indifferenziante. Il risultato è che le diverse campagne si sovrappongono e spesso le persone non ricordano neppure a chi o perchè hanno devoluto il denaro”.
Certo, il cellulare vanta molti punti a favore: è uno strumento di uso quotidiano, è alla portata di tutti, offre una vasta gamma di servizi e consente un’interazione in tempo reale. Ma i lati negativi del “mobile fundraising” non mancano: innanzitutto il mercato è quasi saturo e questo fa salire i costi di attivazione delle campagne. Inoltre, si può donare un importo limitato e non si crea un rapporto diretto tra organizzazione e donatore. Inoltre, i tempi per disporre delle donazioni sono molto dilatati: “Spesso, nel caso di donazioni tramite sms, intercorrono anche 90 giorni” avvertono i ricercatori.
Questi problemi si inseriscono in un quadro italiano che deve già fare i conti con alcuni nodi critici di fondo. Il primo è la presenza di “molti piccoli bilanci”: il 54,9% delle organizzazioni ha meno di 15 mila euro l’anno, mentre il 30,7% ha tra 15mila e 500 mila euro l’anno. Poche organizzazioni, quindi, detengono la fetta più grande di risorse: “Il 9% delle organizzazioni ha l’88,8% delle entrate, mentre il 91% delle organizzazioni ha il 12% delle entrate” concludono i ricercatori, che ricordano anche che il fundraising non finanzia allo stesso modo tutte le cause sociali. In generale le donazioni ammontano a 3,7 miliardi di euro: di questi 2,6 sono da reddito, mentre
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