Fonte: La Voce di Manduria
Falsa beneficenza, torricellese indagato per truffa.
Si tratta di un’associazione di volontariato dedita alla raccolta di fondi per scopi socio-asistenziali, i cui beneficiari dovrebbero essere famiglie con bimbi bisognosi. E’ accusato di truffa aggravata e continuata Cosimo De Padova, 63 anni, originario di Torricella ma residente a Taranto, presidente e tesoriere (a partire dal gennaio del 2005) dell’associazione onlus “Angeli Azzurri”, con sede a Lecce in via Orsini del Balzo e operante in tutta l’Italia. Si tratta, in particolare, di un’associazione di volontariato dedita alla raccolta di fondi per scopi socio-assistenziali, i cui beneficiari dovrebbero essere famiglie con bimbi bisognosi. De Padova, però, secondo quanto emerso dalle lunghe e approfondite indagini condotte dai finanzieri del Comando provinciale di Lecce, avrebbe sottratto gran parte dei soldi incassati. In soli quattro anni, dal 2005 sino al 2008, l’associazione avrebbe ricevuto oltre 532mila euro con il pretesto di aiutare dei bambini gravemente malati. Di questa cifra, però, solo una piccola parte, pari a poco più di ventottomila euro, sarebbe stata effettivamente donata a sei famiglie di varie province d’Italia. La raccolta avveniva attraverso diverse modalità: con il metodo porta a porta, un sistema collaudato attraverso il quale un esercito di 235 soggetti pseudo volontari bussavano nelle case dei cittadini sensibilizzandoli ai singoli casi. Per ogni donazione veniva rilasciata una ricevuta. Nel corso delle indagini le fiamme gialle hanno acquisito circa 3.000 blocchetti composti da 50 ricevute ciascuno. Poi c’erano i salvadanai, circa 700, distribuiti in tutta Italia e posizionati in bar e attività commerciali per circa 3 mesi. Trascorso tale periodo i salvadanai erano raccolti e aperti dallo stesso tesoriere dell’associazione, senza che a presenziare alle operazioni vi fosse un notaio e senza che fosse mai stilato un verbale che attestasse la somma raccolta. La raccolta, infine, avveniva attraverso il call-center, che contattava direttamente i potenziali donatori inviando loro successivamente una busta con la brochure dell’associazione e un conto corrente su cui eseguire i versamenti. Un’attività più che redditizia, pubblicizzata anche attraverso il sito internet dell’associazione. Le indagini sono tuttora in corso. Gli inquirenti sono al lavoro per cercare di capire che fine abbiano fatto i soldi e arrivare a una stima più precisa delle somme incassate anche nel 2009 e 2010. Difficile riuscire a stabilire quanto incassato con i salvadanai, anche se le fiamme gialle sono al lavoro per trovare qualsiasi traccia utile all’inchiesta. L’associazione “Angeli azzurri”, è bene ricordarlo, era tra quelle non riconosciute, priva dei requisiti per ottenere benefici fiscali. Le vittime della presunta truffa, cioè le persone che hanno donato in tutti questi anni, sarebbero migliaia, sparse su tutto il territorio nazionale. A loro si aggiungerebbero le famiglie dei bambini, la cui sofferenza sarebbe stata sfruttata solo per ingannare e incassare denaro. Cosimo De Padova, già condannato per danneggiamento, ingiurie, minacce e detenzione di monete falsificate, è ora indagato a piede libero per truffa aggravata in concorso con altre persone. Secondo quanto riscontrato dai finanzieri, l’uomo avrebbe già costituito una nuova associazione onlus denominata “Un cuore per un amico”.
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